Angelo Barraco - Bruno Schirripa: "Vi racconto la mia vita da doppiatore"

Angelo Barraco – Bruno Schirripa: “Vi racconto la mia vita da doppiatore”

Nietzsche definì la voce dell’uomo “l’apologia della musica”. Uno strumento identificativo in grado di proiettare immagini e colori anche in assenza di pagine bianche su cui dipingere per creare forme. La tv e la radio hanno fatto entrare nelle nostre case voci prive di volto, calde e riconoscibili che attraverso pubblicità di ogni tipo ci hanno convinto che la qualità di un prodotto fosse migliore rispetto ad un altro. Oggi, con il web e con un semplice click, è molto semplice dare un volto e un nome a coloro che prestano la propria voce per il doppiaggio pubblicitario. Un tempo però, quando si era bambini e internet era ancora uno strumento del tutto sconosciuto, entrava in gioco l’immaginario individuale che proiettava innocenti fantasie legate a quelle voci prive di volto ma in grado di convincerci. È esattamente ciò che ha fatto Bruno Schirripa, uno dei migliori doppiatori pubblicitari in circolazione. La sua carriera è iniziata oltre trent’anni fa, è stato Voice Promotional Mediaset, Rai, Euronews. Ha inoltre collaborato per l’Associazione Doppiatori Attori Pubblicitari, Banca Intesa, Rolex, Alfa Romeo, Confindustria, Barilla, Volkswagen. È inoltre voce narrante per audioguide museali e come lettore di audiolibri di natura sociale e per il quale ha registrato 500 titoli.

Noi abbiamo intervistato Bruno Schirripa, ci ha parlato della sua vita, della sua carriera e delle sue opere.

– Come ci si sente quando si presta la propria voce per un prodotto commerciale a cui la gente poi si identifica? Si diventa il portavoce di un qualcosa…

È una bella domanda. La mia storia è iniziata oltre trent’anni fa, però per quanto riguarda la pubblicità in questi ultimi anni sono un po’ fuori non perché non la faccia, ma semplicemente perché sono fuori dal circuito dove abitualmente nasce la pubblicità ed è esclusivamente il circuito di Roma e di Milano. Abitando a Firenze raramente vengono da me, anche perché a certi livelli siamo tutti abbastanza simili. Che effetto mi fa…mi fa l’effetto sempre come la prima volta, nel senso che capisci, senti, conosci, la voce che è tua e fa piacere. È un qualche cosa che in un certo senso ti inorgoglisce, a me non lascia indifferente. Sarebbe bello anche per il doppiaggio, che è una storia che ho iniziato tanti anni fa ma che non ho portato avanti per una scelta. Non è che non faccio il doppiaggio, una tantum sì. La settimana scorsa, un mio collega che ha uno studio di registrazione, ha preso in mano un film attuale brasiliano dove ho fatto cinque o sei personaggi.

– Se le chiedessi ‘Chi è Bruno Schirripa, come descriverebbe la sua trentennale carriera? Quali sono state le tappe fondamentali?

Io faccio sessant’anni quest’anno, fin da giovane ho sempre avuto passione per la mia voce perché sono stato dotato di una voce abbastanza ombrosa, profonda, che avevo anche da ragazzo. Da bambino ho cominciato a leggere il vangelo in chiesa, il giovedì mattina ero nei collegi e mi facevano leggere a voce alta. Tutt’ora, dopo tanti anni, continuo a farlo. Ho iniziato a venticinque/ventisei anni. A quell’epoca  -nell’85- avevo una pizzeria/ristorante a Firenze, vicino alla RAI di Firenze. Lì c’era una signora che veniva a mangiare la sera e diceva “che bella voce”, faceva l’annunciatrice. Questa cosa fu una folgorazione. Mi ha dato dei primi rudimenti di dizione, ho fatto un concorso in RAI nell’85, non l’ho vinto però ho preso la certificazione. In quel concorso, che durava tre giorni, conobbi una persona che mi propose di andare a Milano, in pubblicità. Sempre in quell’anno, vidi un’intervista di Pippo Baudo in televisione in cui intervistava Pino Locchi, che è stato per anni la voce di Sean Connery. Vedendo questo splendido attore scozzese, doppiato da questo omino  dissi “ecco il lavoro che voglio fare”. Da lì ho fatto questa certificazione come annunciatore radiofonico, sono andato a Milano, dove c’era il boom della pubblicità e ci sono stato dall’86 al 96. Ho lavorato tanto per le case di produzione che facevano spot, ho fatto voce di promo per Canale 5. Dopo questi dieci anni fui contattato da un centro di produzione di audiolibri per non vedenti, era in linea con ciò che cercavo e tutt’ora lo faccio: sono oltre vent’anni che leggo audiolibri per non vedenti.

– “La voce dei libri” è un progetto che da la possibilità agli autori di ascoltare il proprio manoscritto, facendolo diventare un audio book. Come nasce questo progetto?

Un po’ tutti gli attori leggono per amici o durante le serate. Una volta, su internet, vidi un collega di Rimini che aveva ideato questo format. A differenza di andare e fare una serata su un repertorio che porto io, metto a disposizione la mia esperienza di lettore per leggere ciò che le persone desiderano leggere. Nasce principalmente per serate a domicilio, poi per il fatto che ho letto tanti libri, ci sono molti scrittori che hanno qualcosa nel cassetto, allora io dico: ho lo studio, ho l’esperienza, ho la voce. Probabilmente un libro che tenete nel cassetto se lo affidate ad una voce buona che sa valorizzarlo ci sta che acquisisca maggiore spessore. “La voce dei libri” è un progetto che nasce con l’intento di soddisfare i gusti letterari degli ospiti, che potranno ascoltare testi letti ad alta voce però scelti da loro. La serata si svolge a partire dalle 21.00, musica e buon vino. A seguire, seduti in cerchio o sul divano, una presentazione a cura del padrone di casa e cominceranno le letture, in un clima intimo e informale. Ogni ospite può inviare un testo all’indirizzo e mail, i testi possono essere di ogni tipo: poesie, pagine di un romanzo, racconti, di qualunque stile e genere, di autori noti oppure testi scritti dagli ospiti. “La voce dei libri” si riserva di comporre la scaletta in base ai materiali pervenuti, non è possibile inviare interi romanzi o parti troppo lunghe. È possibile partecipare alla serata anche senza inviare un testo.

– Esistono delle tecniche per mantenete e curare la voce? Lei come cura la voce? Presumo che dopo tanti anni tende a cambiare…
Io non uso niente. Sono una persona che da oltre quarantacinque anni fuma, da trentacinque anni recita mantra buddista (perché sono buddista) non meno di un’ora/due ore al giorno, leggo tutti i giorni ad alta voce in studio un paio d’ore e la sera, non contento, leggo a voce alta o sussurrata quando sono a letto alla mia attuale compagna.

– Nietzsche definiva la voce “l’apologia della musica”. Lei è d’accordo con questa definizione?
Assolutamente. La voce è uno strumento musicale che ci rappresenta. Leggere a voce alta non significa che devi declamare o fare l’attore per forza, anzi, è un’attitudine che noi abbiamo perso ma che in realtà l’ uomo ha sempre fatto. Più si legge, più si mormora – perché leggere significa anche mormorare – maggiore è la sicurezza che si acquisisce nel linguaggio. Ti accorgerai che la cosa più bella è quando si arriva a leggere ed essere così padroni che tu non fai capire che stai leggendo.

– Ultima domanda: progetti futuri?

Ho iniziato a fare un audiolibro di quattordici ore, sarà il primo di una trilogia.

Per maggiori informazioni potete andare conoscere il progetto di Bruno Schirripa qui:

http://lavocedeilibri.com/

Angelo Barraco