Vincenzo Trama - Vraghinoroda - di Tommaso Labranca

Vincenzo Trama – Vraghinoroda – di Tommaso Labranca

Tommaso Labranca

Vraghinoroda

Ventizeronovanta – 308 pagine – Euro 15,00

Link diretto al libro

Prima o poi dovevo farlo.

Confrontarmi con lui, anche se ora non c’è e quindi ha poco senso, perché in fondo cosa sposti. Che poi non sposterei niente comunque, ma è il pensiero che ti morde la coscienza e un po’ ti senti vile, perché parlare dopo ha sempre il valore che ha.

Relativo.

Tommaso Labranca era il maestro dei relativi, nel senso che per lui affrontare cultura alta e cultura bassa era la stessa cosa, anzi, spesso ne scriveva – e parlava – con una tale naturalezza da farti venire il dubbio che non era lui il genio, ma proprio tu l’idiota che non capiva niente. 

Di lui e di quello che ci ha lasciato si potrebbero e dovrebbero dedicare pagine infinite: chi fra di voi non ha mai avuto il piacere di perdersi in testi come Andy Warhol era un coatto o il seminale Il piccolo isolazionista – per me il suo capolavoro assoluto, al punto che non riesco a scriverne, mi si inibisce il times new roman per la soggezione – bè, si è perso di sicuro qualcosa di importante nella vita.

Scrittore prima di tutto, critico e conoscitore dell’arte tutta, era in grado di fare crossover fra studi televisivi, vernissage e salotti letterari con la stessa nonchalance con cui oggi ceni etnico sulla Darsena e poi ti tuffi al Cox 18 per un poetry slam.

Il presentarlo adesso alla comunità dei lettori del Foglio Letterario mi sembra, da un lato, un omaggio doveroso a questa figura di enorme importanza che ha preferito spesso nascondersi nell’ombra pur avendo mezzi conosciti ed espressivi fuori dal comune, e dall’altro un rendere merito a un suo progetto che tutt’ora viene portato avanti da Luca Rossi, patner di quella splendida isola che è ventizeronovanta, microcasa editrice che ha sede in quei luoghi della periferia sud milanese da cui io provengo, e che proprio si rivela come un’epifania nel CAP che dà il nome alla casa editrice stessa.

Ventizeronovanta ha una mission esplicitata nella filosofia del suo sito: difendere e diffondere il patrimonio di Tommaso Labranca, continuando quanto stava facendo dalla sua fondazione, a partire dal 2013. Nelle diverse collane di questa casa editrice si possono trovare infatti diversi testi di Labranca, tra cui i suoi Articoli alimentari, ossia pezzi raccolti in due volumi che, come suggeriscono i titoli, radunano la produzione dei brani che – letteralmente – gli davano da mangiare poiché ordinati su commissione. Non sono presenti solo suoi testi però, ma anche libri di autori arditi, che giocano con gli stili e non si contentano di una produzione di narrativa standard: tutta roba che ti aspetti insomma apprezzando le a-tipicità di Labranca.

Tuttavia volendo presentare e in qualche modo offrire il mio contributo a chi ancora non conoscesse quest’autore non può non venirmi in mente Vraghinaroda, sopravvivendo a hipster situazionisti, santexuperine scalze e mistificatori deleuzioni. Solo il titolo, di per sé geniale, vale la pena dell’acquisto.

Si tratta di un compendio di neanche trecento pagine suddiviso in sette sezioni che trattano in modo semiserio dell’arte e delle sue sfaccettature spesso tragicomiche. Con piglio carnevalesco Labranca schernisce le tendenze del momento, irrorandole con una dose di lucidità che fa sì che spurghino ipocrisie di certi ambienti e personaggi, mai banalizzando però il tutto in macchietta, ma anzi, donando una poetica al cattivo gusto, esaltandone proprio il genuino aplomb trash.

Leggendo Vraghinaroda viene da chiedersi cosa avrebbe scritto Labranca sui fenomeni social che si sono diffusi con prepotenza in questi anni, Tik tok in primis, ma anche bookblogger, book influencer e parenti affini.

Packaging curato con formato 10×15 – si porta facilmente nel risvolto della giacca – fanno di questa chicca un manualetto da regalare al vostro vicino di metro alle prese con Anna Karenina su Audible o al vostro amico del cuore che sta scrivendo un romanzo italiano senza leggere però italiani. Volo a parte, s’intende, altrimenti che nemico del popolo è?

Dalla quarta di copertina:

Questo è un libro CONTRO gli hipster ribelli, mentalmente fermi alla scuola media. CONTRO le New Urban Families che portano i figli urlanti al museo. CONTRO i rovesciatori di sedie che hanno eccessiva stima in se stessi. CONTRO certi stazzonati individui non molto brillanti che si sono autonominati critici perché copiano e incollano fumose citazioni del mai troppo vituperato Deleuze. […] 

Vi ci riconoscete, vi basta?

Vi fa abbastanza male, vi ci sdegnate?

Vincenzo Trama