Angelo Barraco - "Satanismo tra mito e realtà"

Angelo Barraco – “Satanismo tra mito e realtà”

“Satanismo tra mito e realtà” è il titolo del nuovo libro di Chiara Camerani, Perla Lombardo e Fabio Sanvitale. “Il diavolo è un ottimista se crede di poter peggiorare gli uomini” disse lo scrittore, poeta e giornalista austriaco Karl Kraus. Il concetto espresso dallo scrittore austriaco, si pregna di un’essenziale sintesi che ingloba il fulcro di un’opera letteraria che ha come tema portante il satanismo: un argomento tanto discusso quanto affascinante, che da secoli attira e divide l’opinione pubblica. Si tratta di un manuale esclusivo che esamina, per la prima volta in Italia, casi più o meno noti che la stampa e le indagini hanno ascritto a questo fenomeno negli ultimi venti anni. La penna di Chiara Camerani, Psicologa Clinica esperta in Criminologia e Psicopatologia Sessuale, Direttrice del Cepic – Centro Europeo di Psicologia, Investigazione e Criminologia-, Docente presso i Master di II livello di “Criminologia, psicologia investigativa e psicopatologia forense” e “Sessuologia, consulenza ed educazione sessuale” dello IUSVE di Venezia. Ha scritto “Cannibali”
ha incrociato quella di Perla Lombarbo, laureanda in giurisprudenza, studiosa di criminologia, ha collaborato per diversi anni col C.E.P.I.C. – Centro Europeo di Psicologia, Investigazione e Criminologia, partecipando, in veste di relatore, a corsi di formazione su media e satanismo e il grande Fabio Sanvitale, giornalista investigativo, scrittore, ripperologist, è esperto di cold cases. È’ docente in corsi di formazione criminologica e presso il Master in Criminologia e Scienze Stretegiche di “Sapienza”. Scrive su cronaca-nera.it ed è laureato in Scienze e Tecniche Psicologiche. È autore di 7 true crime che hanno gettato luce su importanti casi del passato, tra cui la morte di Pier Paolo Pasolini. “Satanismo tra mito e realtà” propone una classificazione scientifica del satanismo in ogni sua forma e manifestazione che riguardi il crimine e all’interno del manuale viene descritta l’origine storica e culturale del culto di Satana, vengono tracciati confini leciti e illeciti e vengono evidenziate le differenze con altri culti religiosi con lo scopo di fare chiarezza onde evitare fraintendimenti e falsi miti.

Noi abbiamo intervista in esclusiva Fabio Sanvitale, giornalista investigativo, scrittore nonché autore del libro.

– Com’è nata la vostra collaborazione?

Con Chiara Camerani e Perla Lombardo ci conosciamo da tanti anni, da quando Chiara gestiva i corsi di formazione del Cepic e Perla collaborava con lei. Al Cepic ho fatto le mie prime lezioni come docente, sono stato relatore nei loro interessanti convegni e in tante situazioni abbiamo potuto scoprire la stessa metodologia d’approccio ai casi trattati. Razionalista, priva di complottismi, scientifica. Ci siamo trovati bene perché avevamo e abbiamo lo stesso modo di affrontare il fatto criminale.

– Cosa vi ha spinto a scrivere il libro?

Il non riuscire più a sopportare approcci sbagliati sull’argomento. La continua confusione e il continuo sensazionalismo ci hanno spinti a chiederci se fosse tutto zolfo l’odore che si sentiva, se mi passi la battuta. Ci siamo accorti, appunto, che l’approccio a questa tematica è molto emotiva ma poco scientifica, basata sugli studi e sulle conoscenze. Intrecciando psicologia, analisi scientifica e giuridica è venuto fuori un mondo ben diverso.

– Nei casi di cronaca da voi analizzati, quanti casi di falsa attribuzione di satanismo ci sono stati?

Sono la maggioranza. Noi abbiamo, per la prima volta in Italia, suddiviso tutti i casi di satanismo e pseudosatanismo in categorie e sottocategorie e poi immesso tutte le notizie di fatti simili, degli ultimi 20 anni, nello schema così creato. Ecco, la categoria col maggior numero di occorrenze è quella che abbiamo chiamato “satanismo dei media”. Vale a dire che siamo noi giornalisti a vendere il Satana che non c’è pur di fare cassetta, per ignoranza. Il che non vuol dire che i satanisti non ci ci siano, ma se poi andiamo a vedere quanti reati commettono, restiamo stupefatti: sono pochi e non sono gravi.

– Ritieni che vi sia abbastanza informazione in merito al fenomeno?

Ritengo che vi sia una scarsa informazione, ma certo non siamo i soli a pensarla così. L’allarma satanista ha avuto un’ondata e un picco. Facci caso, oggi se ne parla poco, come mai? Perché non va più di moda. Oggi creiamo allarmi in altri settori. Oggi se ne può parlare con più libertà, senza esser presi per pazzi. Se questo libro fosse uscito negli anni Novanta forse ci avrebbero attaccato in molti. Non siamo certo i soli a sostenere questa posizione: personaggi ben più autorevoli di noi come il professor Massimo Introvigne, fondatore del Cesnur ed esperto di storia delle religioni di livello internazionale, lo sostengono da anni.

– Quanto è diffuso il fenomeno in Italia?

Fare una stima realistica di un fenomeno che per sua stessa natura è sommerso è ovviamente impossibile. Ci rifacciamo allora a Introvigne, che da anni mappa tutte le nuove forme di religiosità in Italia (e il satanismo è una di queste, così come chi crede in Buddha, nei dischi volanti, i rastafariani, i sufisti e i zoroastriani). Secondo i suoi studi in Italia oggi ci sono circa 250 satanisti organizzati (quindi totalmente alla luce del sole e controllabili) e 2.500 cani sciolti, gruppuscoli che non hanno sedi, pagine Facebook o riviste e che emergono solo quando commettono un reato. Per reato intendiamo sacrifici di animali, sesso accompagnati dalla rottura di un crocefisso, profanazione di chiese e cimiteri, frasi oscene scritte con lo spray su una chiesa. Questo è quanto. Sono cose brutte, ovvio, ma non c’è un’orda di assassini che ci aspetta fuori casa, sia chiaro.