Gordiano Lupi - E adesso che fare?

Gordiano Lupi – E adesso che fare?

Ecco la domanda di Lenin, la più difficile da affrontare, il che fare? senza speranza, quando tutte le speranze son state tradite. Ti accorgi che al giorno d’oggi non ci sono lettori neppure per i quotidiani, in edicola si vendono solo settimanali scandalistici, sono scomparsi persino i fumetti, se li vuoi devi prenotarli, quelle che erano edicole si trasformano in bar e luoghi adibiti al video poker. Scrittori e imbrattacarte, in compenso, pubblicano un libro al giorno, ci sono pure io in quel gruppo, anche se non mi lego a quella schiera / morrò pecora nera, per dirla col poeta. Ti rendi conto che pubblicare un racconto su Facebook o sulle pagine di un qualsiasi giornale non c’è differenza, i lettori sono sempre gli stessi. Non solo, se pubblichi su rivista la fatica è doppia, ché devi condividere sui social, chiedere letture, quasi sempre affrettate, disinteressate, inutili. Il che fare? si fa sempre più angosciante, caro Lenin. Andava meglio quando si stava peggio, quando c’erano le riviste letterarie su carta e chi scriveva ambiva a pubblicarci sopra anche se le dirigevano personaggi arroganti con la puzza sotto il naso, radical-chic fetenti in odor di Premio Strega, direttori di scuole di scrittura un tanto al chilo (a pagina, pardon!). Oggi non si sa più a cosa ambire, immersi come siamo in questa immondizia letteraria, un mare di auto pubblicazioni del cazzo, e-book che nessuno leggerà mai, libri a pagamento, fetecchie dei grandi editori che pubblicano la vita di Melissa Satta e di Chiara Francini, stronzate del generale Vannacci, che adesso andrà pure a rappresentarci in Europa. Tutte le volte che mi vien voglia di pubblicare una cosa che ho scritto ci ripenso e non ne faccio di niente, magari pubblico una cazzata che ha scritto un altro, ma almeno lui ci crede nelle sue stronzate, mi dico. Perché crederci è importante, un libro lo devi presentare, di solito davanti a venti persone, se sei diventato una star forse cinquanta, ma se ci credi e lo promuovi bene, ci sta che cento copie le vendi. A dire il vero mi sarei anche rotto le palle di scrivere e di pubblicare libri che al massimo vendono cinquecento copie, come ne vendono poche di più gli editori medio grandi che aggiungono uno zero al venduto, son bravi a far comunicazione, ormai lo sanno tutti, per loro vendono anche gli e-book, ma io lo so che son cazzate. I soli libri che vendono davvero sono i brunovespa natalizi e pasqualini, le memorie di Berlusconi, i libri del Papa, i tomi di Vannacci e Salvini, poi storie di calciatori e veline, il libro di Illary e quello di Totti. Vendono solo i libri che sarebbe meglio fossero usati come carta da culo nei peggiori cessi di Caracas, oppure alla stazione di Foggia, che fa parecchio schifo pure lei, ricordo un giorno di averla frequentata – guarda caso – per presentare un libro. La letteratura? Non pervenuta. Interessa a nessuno, a parte qualche aspirante scrittore che compra un libro perché poi ne vorrebbe scrivere uno anche lui. Mondo del cazzo.

Gordiano Lupi