Senza titolo – Gabriele Galloni

Questo racconto è tratto da “Sonno giapponese”,
Italic Pequod, 2019”

Non parlarmi di destino, uomo. Volevo scrivere un romanzo lirico-pornografico. Ho ucciso così mia madre; l’ho aperta con un coltello e ne ho sondate le profondità. Tastate le viscere, nudo a nudo; penetrata nell’incisione da me praticata. Venuto in lei, nel suo sangue. Invano ho ricercato il contrario metaforico nella densità del suo sesso. Mamma era una gatta. Aveva il pelo, mia madre; io sono un gatto sphynx. Senza pelo. Forse anche mio padre era uno sphynx, conoscendo i gusti di mia madre. Non mi piaccio, glabro. Odio le mie orecchie a punta; il mio sguardo cattivo, cinico. Il romanzo non giunge a termine; è un parto, un parto di vita intera. Se muoio, la mia pelle utilizzatela per una lampada. Il mio cranio vi porti fortuna. Sbriciolatelo con un martello. Sniffatelo, cani.

Gabriele Galloni