
Vincenzo Trama – Gli anni di Hit Mania Dance -Sogni e rimpianti di una generazione – di Nicola Nucci
Nicola Nucci
Gli anni di Hit Mania Dance
-Sogni e rimpianti di una generazione –
Arcana – 168 pagine – Euro 15,50

Ritorno alla prosa per Nicola Nucci, già edito con “Trovami un modo semplice per uscirne” per i tipi di Dalia, testo che si era guadagnato la finale del Premio Calvino e che avevamo già recensito alla sua uscita.
Ed era da un po’ che aspettavamo tutti qualcos’altro di quest’autore, che nel frattempo ha collaborato con qualche racconto in giro per le riviste di settore girando attorno per un po’ all’idea di una nuova fatica che, finalmente, abbiamo tra le mani. “Gli anni di Hit Mania Dance -Sogni e rimpianti di una generazione” uscito per la sempremitica Arcana, sbarca nelle librerie esplorando quel mondo musicale che Nucci non ha mai fatto mistero di portarsi addosso come una seconda pelle. Se però il suo romanzo d’esordio, che già dal titolo sapeva di borchie e distorsioni, era un’apnea elettrica nel mondo di due ragazzi che nei continui loop dialogici progettavano di cambiare il mondo semplicemente vivendolo, in questo romanzo – che poi romanzo non è – abbiamo un omaggio a un progetto musicale per ricordare ai ragazzi d’un tempo che quel mondo lì, già vissuto, non è affatto cambiato, pur con tutta la fatica che ci abbiamo messo a sognarcelo diverso, magari. A condurre il viaggio è un Caronte di poco più di vent’anni, che racconta al fratello Nick, che festeggia lo sbocciare della sua maggiore età, un’epopea che per quelli nati intorno agli ‘80 non potrà che strappare più di un ricordo; i due, in viaggio su una Renault Twingo rosso fuoco verso un posto di cui scopriremo l’identità solo alla fine, hanno il tempo e il modo di raccontarci una storia che accomuna con uno scorsoio tanti di noi: Cioè, il Tamagotchi, le vecchie tessere telefoniche, Fiorello e il karaoke, il tasto REC sul mangianastri quando passava il pezzo bello alla radio, tanto per dirne qualcuna. E poi “Hit Mania Dance”, la coloratissima compilation dell’estate che qui Nucci snocciola a partire dal 1993 fino al 2005, sbobinandone artisti, aneddoti e curiosità. Il tutto con uno sguardo sì nostalgico ma mai stucchevole, riuscendo nell’intento del fratello di Nick, cioè restituirgli lo sguardo di una generazione con le sue crisi, i suoi miti e soprattutto la sua colonna sonora. Quale sarà la sua, allora? Forse lo capirà solo al termine del viaggio, o forse la sta già ascoltando adesso e non lo sa, inconsapevole come lo siamo un po’ tutti quando imberbi non facciamo altro che mangiarci la vita a morsi.
Il bello di questo libro di Nucci è proprio la fresca genuinità con cui articola in modo cronachistico l’evoluzione di un periodo musicale storico segnato dall’ascesa trionfale della musica dance, con artisti dapprima underground che grazie proprio all’intuizione di Giancarlo Meo sfondano, anno dopo, nell’immaginario collettivo di una società sventrata dai recenti terremoti di Tangentopoli e Capaci. Come in un caleidoscopio di luci e colori veniamo catapultati nella pista da ballo, accecati da una palla stroboscopica che ci impedisce di vedere più in là del nostro naso: e non a questo, in fondo, che serve la musica dance? Ballare, senza mai fermarsi, fino alla fine, o almeno fino a quando non chiuderanno tutto, ancora una volta, e ricorderemo di quanto ci siamo divertiti. O ci hanno detto di farlo.
Vincenzo Trama
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