Fabio Strinati presenta Ljerka Car Matutinović

Fabio Strinati presenta Ljerka Car Matutinović

QUESTO TENEBROSO MARE ABBANDONATO

Il buio del verde spento
nuvole affondate nell’abisso
delle grigie stelle sepolte
Questo tenebroso mare abbandonato silenzio sterilmente vuoto
pietra bianca immobile
ruvidità senza fine della roccia Questo tenebroso mare abbandonato respiro oscuro sconosciuto
inizio segreto di piombo
spazio limitato abbassato

Questo tenebroso mare abbandonato e i miei occhi annebbiati.
I miei quieti occhi assenti
inutili respinti lontano

Questo tenebroso mare abbandonato.

 

LA BELLEZZA DEL RESPIRO

Il sole promette la bellezza
del respiro, il mare ha raccolto
tutti i profumi, i gabbiani sbocciano
in volo, i cipressi si avvicinano
alle prodighe azzure offerte
del cielo; non è questo il mondo
scelto dall’occhio della mia infanzia
nel progredire dei giochi che i bimbi fanno inconsapevoli ed agili come gli uccelli?
Oh! mio mondo, non sono una parte di te
le indagatrici passeggiate dei miei amori
e la fresca imperizia del mio primo bacio
e il sentiero alberato nel bagliore del mattino
e i fremiti del mare agitato
e il lontano mormorio della riva?
Quanto dolcemente, inspirando, vi immetto in me! Oh! mio mondo,durante questi giorni malincolici di aridi ruscelli,

il mare si e ritirato per rivelare le stelle,
la ghiaia della spiaggia richiama l’allegria
dei bagnanti.Quant’è bello respirare il silenzio!

 

IN PIEDI URLAI AL CIELO

Gabbiani ruotano sul mare che sotto la pioggia
assiste al moto delle nubi e insegue nuovi profumi, il cielo senza grigiore panico e il turchino, più alti
di altri cieli inafferrabili.
Come il fiordaliso nell’alba primaverile, freschi
improvvisi come la pioggia
che si posa sul capo e scroscia come rete
dove ti intrecci e abbandoni come in sogno
scordandoti di tutto, eccetto gli alberi e fruscii di foglie
che salutano, silenziosi ed assenti.
Oh! giornata grigia
prima della tempesta, nascosta anche a te su questo sentiero; svuotati gli anni aleggiano e io li affido al mare
sprofondino
che il vento porti questo urlo lontano dai ricordi,
tutto sprofondi nell’alba imprecisa.
Un mattino senza attese nel quale facilmente mi immergo tranquilla, senza lamenti e senza desideri
indicibilmente sola

 

DI FRONTE A TE SFILO LA MIA SOLITUDINE

Di fronte a te sfilo la mia solitudine angelo mio riverente

mi levo questa solitudine come una camicia sfilo lentamente le maniche

e la lascio scivolare a terra come una farfalla ( ora finalmente avrò pace )

sollecita raccolgo questa solitudine
la stropiccio con le mani e la getto tra le tue

( cessano le mie pene! ) perché tu saprai che farne

sai a chi dovrai darla, questa mia solitudine, mio angelo pudico

con comodo poi sfilo anche il resto
che per paura al mio corpo era rimasto attaccato
lo levo come qualcosa di superfluo e di fronte a te nuda rimango

vestita della mia pelle questa lasciamela

mio angelo misericordioso.

 

IL MIO VISO TRA LE TUE MANI

Il mio viso tra le tue mani alle tue labbra avvicini

e lo baci come se fosse di lanugine di porcellana che rompersi potrebbe

andare in frantumi disperdersi in pezzettini minuscoli

che poi raccoglieremo insieme perché tu lo possa baciare di nuovo…

Ogni volta che con le tue mani
alle tue labbra avvicini il mio viso di porcellana pare che questi frammenti diminuiscano

il mio viso si perde diventando tuo…

Prendendomi il viso tra le mani te lo porti alle labbra

con dolcezza e con pazienza
come fosse un bicchiere di liquore inebriante stando attento a non versarne una goccia.

Mi prendi il viso tra le mani e lo porti alle labbra

come un’ostia morbida e bianca:

chiudo gli occhi sopraffatta e tutta mi consacro.

 

GIACI NELLA BARA COME UN PRINCIPE

Giaci nella bara come un principe
che attende paziente il bacio d’una principessa delle favole

che lo svegli
in un tempo che non è da favola…

Giaci nella bara come un principe…
con le labbra pronte che attendono un bacio da favola

in un tempo che non è da favola…

Giaci nella bara come un principe: la tua uniforme troppo bianca

non ancora sfiorata da un bacio
le tue labbra si muovono desiderando

la principessa che tarda di venire in questo tempo che non è da favola.

Svegliati mio principe ed esci dalla bara
non aspettare il bacio: la principessa ha morso la mela avvelenata

neanche mille baci riusciranno a svegliarla! Alzati dalla bara mio principe

non aspettare un bacio
in questo tempo che non è da favola.

 

IL MIO CORPO SENTE IL PROFUMO DEL MARE

Il mio corpo sente il profumo del mare
una vicinanza dimenticata
una dolorosa tenerezza, un capogiro
delle onde, vorrei dirgli tante di quelle cose solo se volesse ascoltarmi

solo se volesse guardarmi
egli mi nasconde il suo volto
e di nuovo mi restituisce il dolore che dispera come una volta
divide il cuore in due
come qualche antico rito
alla fine tutto si oppone
al primo e all’ultimo bacio
una felice paura diventa
freccia che colpisce l’anima
il mare e simile a un doppio specchio ingigantisce e rimpicciolisce
chi vi si specchia
cambia transitoriamente
rumoreggia come un sonnambulo vive con ultima forza della passione

l’aspro solstizio d’inverno

il mio corpo sente il profumo del mare il mare restituisce ciò che è perduto ciò che è diverso

 

APPUNTI CRITICI

Ljerka Car Matutinović, poetessa, narratrice e traduttrice. Laureata in lettere a Zagabria, e professoressa di letteratura, poi redattrice di Radio Zagabria, Radio Croata. Dal 1961 scrive saggi, poesie e racconti brevi. Distanziandosi visibilmente da una ricerca di tipo esistenziale e intellettuale ( percorsi assai frequenti negli ultimi decenni ), Ljerka Car Matutinović testimonia l’autonomia di una poesia ispirata “ ad una sensualità fine, spiritualizzata e sublimata “( Jakov Matić ), che trova un’espressione moderna, mantenendo però allo stesso tempo la continuità con la tradizione croata: capacità, questa, ritenuta rilevante dallo stesso Miroslav Krleža. La sua poesia è priva di illusioni e desiderio. Talvolta queta modalità può essere letta come una reazione all’inesorabilità del mondo che ci circonda, con tutti i suoi aspetti paradossali e inaffidabili. Il felice uso dell’ironia e dell’irrisione corrisponde al suo “ tentativo di rimanere pura“. Dai suoi versi si sprigiona una contagiosa vitalità, che nega e allontana ogni passività e senso di morte, qualità che caratterizzano anche le sue poesie in dialletto čakavo.

( Via lattea-poesia femminile croata contemporanea, a cura di Marina Lipovac Gatti ).

„ La voce di questa scrittrice ci giunge dalla Croazia, e precisamente da Zagabria, per darci la misura di una poetica europea di rilievo, in cui i sentimenti d’amore non si distinguono da quelli di tutti gli altri uomini. La poetessa è assai conosciuta nel suo paese, dove sono diffusi i suoi libri e il suo nome compare sovente sui giornali, a riprova di una notorietè che si sta diffondendo anche da noi. Uno stile classicheggiante, cui fa corona una ricerca espressiva nuova e originale, per poesie piene di sentimento e suggestioni.“

Dal libro „L’amore in versi“,
a cura di Rina Gambini, „Ibiskos editrice“, 2005.

„ L immagine di una città, che è poi cocente ricordo, riempie il cuore e la mente della poetessa, che non riesce a staccarsene, anzi la sente così viva da provocarle dolore fisico. Certamente l’immagine è legata a tristi ricordi, come denota l’aggetivo „pesanti“ attribuito alle pietre delle case, e i verbi „spezza“ e „stritola“ usati per indicare lo stato d’animo: resta, però, sempre presente, indimenticabile, l’amore per questa città, che ha segnato l’esistenza dell’autrice e le ha ispirato questa dolente ed emozionante poesia.“

„Queste file pesanti file di pietra“ /A Firenze/

Dal libro „Città di Salo 2007. Concorso Internazionale di Poesia e Narrativa, a cura di Rina Gambini. „Ibiskos editrice“, 2007.

BIBLIOGRAFIA

Ljerka Car Matutinović, poetessa, scrittrice e traduttrice, è nata a Crikvenica ( Croazia ). Laureata in lingua e letteratura croata e italiana alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Zagabria. È stata lettrice di lingua croata alla Facoltà di Lettere e Filosofia di Firenze. Ha curato da redattrice le trasmissioni di lingua e letteratura croata e italiana alla Radio Croata di Zagabria. Dal 1961 pubblica critiche in campo letterario, dal 1965 poesie e dal 1978 racconti. È stata tradotta nel mondo in una decina di lingue. È membro dell’Associazione dei Letterati Croati e del PEN. Vive e lavora a Zagabria. Ha pubblicato 20 libri di poesie, 4 volumi di racconti, un romanzo, racconti per bambini e 4 raccolte di saggi.

Dall’italiano ha tradotto in croato, Pinocchio, Cipollino, Il viaggio della freccia azzurra, Storie della preistoria (Collodi, Rodari, Moravia), Boccaccio (20 novelle dal Decameron), Un incontro verso Rinascimento ( Dante, Petrarca Boccaccio)”, 2003. ”

La donna di pietra (una scelta di racconti di autori contemporanei: Stefano Benni, Antonio Tabucchi, Mario Tobino, Gesualdo Bufalino, Erri De Luca, Eraldo Baldini e Paola Capriolo), 2005. Una scelta dalle opere di Dante, Petrarca e Boccaccio “, 2016.

Ha tradotto dal croato: Deset pjesama za uvrijeđenu domovinu ( Dieci poesie per la patria offesa ) Palermo, Issino, 1992.

Premi in Italia: Medaglia d’oro per La bellezza del respiro ( 1986 ); Il Borghetto, Città di Montepulciano ( primo premio prosa e poesia), 1988, 1989; Premio Giuseppe Giusti, Diploma d’onore ( Pistoia ), 1992; San Bartolo, Premio speciale di poesia, Firenze, 1996; Premio Firenze, poesia inedita, 2001; Club UNESCO, Diploma d’onore, Arezzo, 2001; Premio Internazionale, Città di Salò, 2005.

Premi in Croazia e Bosnia: Drago Gervais ( poesia ), Rijeka /Fiume/, 1981, 1985;

Zija Dizdarević (prosa); Sarajevo, 1984; Ljubo Pavešić ( poesia ) , Rijeka/ Fiume/, 1995; Premio per l’insieme dell’opera, Crikvenica, 1996. ”