Vincenzo Trama - Re Nudo e altri festival - di Matteo Guarnaccia

Vincenzo Trama – Re Nudo e altri festival – di Matteo Guarnaccia

Matteo Guarnaccia

Re Nudo Pop & altri Festival – Il sogno di Woodstock in Italia – 1968 – 1976

Nuova Edizione 2022

Vololibero – 224 pagine – euro 20

Ci vuole.

Rimettere in circolo questo libro, linfa vitale da inoculare nelle menti imberbi sempre più intasate dalla presenza massiva del virtuale, sia finto social che hikikomori all’occidentale, che è la stessa cosa solo che noi ce ne sbattiamo al punto da non degnarci nemmeno di tradurlo. Alla luce del recente decreto anti rave, poi divenuta a tutti gli effetti legge 199/2022 del 30/12 – per dire tutti a tutti felice anno nuovo, insomma – ribadisco: ci vuole.

Il compianto Matteo Guarnaccia nel 2010 dava fuoco alle polveri con questo libro per Vololibero, una sorte di memorandum delle esperienze dei raduni musicali – ma sarebbe riduttivo dirne solo così – che hanno contraddistinto un’epoca sociale e culturale irripetibile in Italia: occhio anche solo a pensarlo oggi che altro che psicopolizia, ci mandano direttamente la sonda pallonara cinese a distruggerci eventuali pensieri divergenti di divertimento non di regime. Il libro era venduto con una bella confezione cartonata, un vero e proprio cofanetto che allegava anche il CD Artisti per Re Nudo e il DVD Alpe del Vicerè 1973 e Re Nudo, qui ripresentati attraverso la formula del QR code da scansionare coi vostri dispositivi preferiti.

Guarnaccia negli anni si è contraddistinto come artista poliedrico e fra i più attivi conoscitori e divulgatori della controcultura, pubblicando un monte di libri con gli editori che di questa scena hanno costituito le basi, ShaKe e Stampa Alternativa fra tutte. Il suo contributo è stato quindi fondamentale non tanto e non solo a livello illustrativo, ma anche e soprattutto a livello comunicativo di una visione di vita, prima ancora che di musica, che a imperitura memoria Vololibero qui ripropone con la riedizione di uno dei suoi volumi più significativi.

Prima ancora che i principali festival italiani alternativi chiudessero i battenti o venissero dislocati altrove – qualcuno ha detto Arezzo Wave o Beach Bum Festival? – tra il ’68 e il ’78 anche in Italia prende piede l’idea del festival Be-In, dell’esserci, quella sorta di adunanza che, muovendo i passi dagli States più freak e no war, allontanavano gli oscuri scenari vietnamiti per abbracciare ideali di condivisione, pace e viaggi, ovviamente non solo sonori. Guarnaccia si propone qui di ricostruirne la geografia, attraverso ricordi e contributi di chi quegli eventi ha cercato di organizzarli anche in Italia, nonostante l’Italia.

È successo in particolare grazie a Re Nudo, rivista nata a Milano e fondata da Andrea Valcarenghi, che con i suoi Festival del proletariato giovanile è stata certamente l’esperienza più vicina a quella Woodstock italiana citata espressamente nel titolo; musica, ma soprattutto ricerca: tavole rotonde e banchi sulla conoscenza dell’uso degli stupefacenti, in particolare l’eroina, che verso la fine degli anni ’70 dilaniava le giovani vite di troppi ragazzi sbandati e non. Sulla sessualità, per quanto nella sesta edizione di Re Nudo attivisti omosessuali vennero verbalmente e fisicamente aggrediti da facinorosi che in quell’ultima edizione prenderanno piede grazie anche a un’Amministrazione Comunale compiacente e permissiva. E poi musica, tanta musica, con nomi oggi stranoti: Demetrio Stratos, Franco Battiato, PFM, Mauro Pagani, Stormy Six, Claudio Fucci, oggi anche editore della stessa Vololibero.

Quanto poi tutto questo degeneri nell’arco di pochi, tragici anni è storia a sé; Moro, gli anni di Piombo, le BR. Eppure un lampo c’era stato, uno squarcio attraverso cui costruire qualcosa di diverso, e forse proprio per questo ostracizzato, fino a soffocarlo nel grigio plumbeo del piombo, nella repressione di certa stampa scandalistica, nella diffusione di droghe negli angoli di quelle periferie che grazie a certi eventi stavano alzando la testa, stimolate da una rinnovata consapevolezza di sé.

Questo libro è un omaggio a tutti quei tentativi, sogni di cartapesta bruciati la cui cenere è ancora oggi polvere che gira fra circoli di periferia, dove l’omologazione non ha attecchito come nella maggioranza dei casi. Basti pensare alle tinte pastello dei Tik Toker, alle figure rassicuranti degli Influencer dall’alto delle loro storie sempre perfette, ai filtri di Instgram che rendono tutto così gioioso, colorato e perennemente sorridente, dritto nella camera da presa. Mica come quei brutti, sporchi e cattivi che vicino a casa mia, a Lacchiarella, nel 1971, organizzarono un happening di musica, parole e libertà che coinvolsero le principali realtà controculturali della scena milanese. La stampa? Manco avvertita.

Fallo oggi, ribelle. Fallo oggi.

Vincenzo Trama