Vincenzo Trama - Dove nuotano i pesci gatto - di Tadej Golob

Vincenzo Trama – Dove nuotano i pesci gatto – di Tadej Golob

Traduzione di Patrizia Raveggi

Tadej Golob

Dove nuotano i pesci gatto

Ronzani Editore – 460 pagine – Euro 19,00

Traduzione di Patrizia Raveggi

Noi siamo per le cose inusuali, spietate, che lasciano il segno come il sangue sulla neve.

Quella stessa neve che ammanta la scena del crimine all’inizio di Dove nuotano i pesci gatto, primo romanzo di una serie di quattro di Tadej Golob, tradotto per la Ronzani da Patrizia Raveggi.

Ci troviamo durante i festeggiamenti dell’ultimo dell’anno; l’ispettore Taras Birsa, insieme alla moglie Alenka, parte nel cuore della notte dopo una festa fra amici per trascorrere qualche giorno di vacanza sull’Alta Carniola, quando nei pressi del lago di Bohinj una pattuglia composta da due apprendisti (e chi sennò, il 31 dicembre?) li informa della presenza del ritrovamento di un cadavere di una giovane donna decapitata. È l’inizio di un’indagine che Taras Birsa avrebbe felicemente evitato, ma in cui sarà suo malgrado coinvolto, all’interno di un potente romanzo di quasi cinquecento pagine.

Golob ci conduce dentro una marea di microcosmi lontani dal nostro piccolo mondo mediterraneo, fatto di luoghi, sapori e odori mittleuropei, ma che rimandano a idiosincrasie che non hanno bandiere né confini: il tema delle dipendenze, dei rimpianti, delle più intime fragilità familiari e umane; Golob le miscela tutte come fossero spezie in un brodo caldo da sorbire per ripararsi dal gelo che si respira in ogni pagina della storia, non solo in senso climatico. I rapporti umani e professionali tremano nel freddo di un cinismo percepito quasi epocale, che Taras Birsa sembra annegare nei ricordi di un passato da alpinista. Solo la sua squadra vibra con lui all’unisono, per quanto le note siano sul distorto andante: i personaggi di Osterc e Brajc, parimenti problematici come tanti ma almeno onesti – al netto delle loro difficoltà – spiccano per genuinità e strappano più di qualche sorriso per i dialoghi che alleggeriscono questa narrazione piena di nero, nonostante il verde e il bianco dello sfondo. Completa il team la giovane Tina Lanc, che, appena assunta, spariglia le carte della monotonia di una sezione omicidi altrimenti ripiegata su se stessa, oltre che della vita di Birsa, da tempo ferma a un giro in cui non ha fatto altro che passare la mano senza neanche provare a bluffare.

Il giallo non è un genere che mi entusiasma, eccezion fatta per il Lazzaro Santandrea di Pinketts che però travalica di per sé i confini del crime a favore del calembour e del meticciamento nel pulp.

È negli incastri che infatti trovo il gusto della narrazione, il perno su cui far ruotare l’ingranaggio della storia, a prescindere dai confini entro cui incasellare un’opera editoriale; e qui ci si ingarbuglia in abbondanza, mano a mano che si procede con la lettura. Verrebbe voglia di mandare giù un bicchiere anche noi, ma ci morde alla gola la stessa paura (psicotica?) di Birsa, e rinunciamo, salvo poi forse cedere lo stesso, proprio per non cedere. E poi i paesaggi, che tanto contano in una narrazione, sia essa in riferimento al duro cemento milanese o al bucolico verde delle campagne; un contesto così singolare come quello di certi paesi, di cui non ho mai sentito parlare, mi ha incuriosito non poco, portandomi spesso a viaggiare con la mente fra monti e campi di cui ignoravo l’esistenza, inasprendo tra l’altro l’apparente amenità dei luoghi con situazioni e personaggi ambigui, tagliati con l’accetta, quasi forgiati dalle asperità dei venti, o dalle solitudini di una carriera che ha mangiato i nostri sogni bambini.

Dove nuotano i pesci gatto è un romanzo solo in apparenza giallo: perdersi nei dettagli dell’indagine vi risulterà sì molto facile, ma verrete risucchiati da molto altro, in un vortice di esistenze neglette che è un po’ il marchio di questi anni farmaceutici, che non a caso entrano a gamba tesa anche in questo romanzo – e non dico altro perché poi vi dico già troppo – . In attesa della traduzione della sua seconda opera, Leninpark, facciamoci le ossa con il suo esordio narrativo; se ne uscite malconci, mi raccomando: occhio a dove andate a curarvi.

Vincenzo Trama