David Giuntoli – Gordo

Gordo osservava il sangue colare dai numerosi tagli spalancati sul suo corpo. Aveval’impressione che fossero bocche ghignanti attraverso le quali la vita lo abbandonava. Presto avrebbe incontrato la morte. Osservò il corpo sventrato dell’orco al suo fianco,uno degli oltre duecento a cui Bisou aveva inferto la sua zampata letale. Prima diimpadronirsi di lei Gordo era inconsapevolmente l’uomo più forte del mondo; poi eradivenuto altrettanto inconsapevolmente il più potente del creato. La spada a contatto della sua coscia emetteva fusa amorevoli come se sapesse che quelli erano probabilmente gli ultimi momenti che avrebbero condiviso. Le spine metalliche chein combattimento rivestivano l’interezza della lama si erano rilassate tornando aessere morbida peluria felina. Gordo ripensò a quegli ultimi gloriosi istanti, due nottidopo il suo arrivo a Legornio era arrivata la prima avanguardia dell’esercito orchesco.Quaranta bruti che avevano tentato di radere al suolo il villaggio. Bisou si eragonfiata soffiando per l’intrusione in quello che già considerava il suo territorio. Gordo evitava in ogni modo possibile il coinvolgimento in affari che non lo riguardavano, ma quando uno di loro gli aveva detto che se gli avesse consegnatoBisou lo avrebbe ucciso rapidamente evitandogli atroci sof…, Gordo lo aveva apertoin due chiedendosi se “sof…” avesse voluto dire “Sofficini” o “Soffiatine”. Ilmassacro era durato pochi minuti al termine dei quali il sangue degli orchi aveva colorato il villaggio di un bel rosso rutilante. Le fusa di Bisou risuonavano tra le pareti della locanda mentre Gordo la ripuliva per tutta la sua lunghezza con una tovaglia mangiando una minestra di fagioli. Il giorno dopo arrivò il grossodell’esercito. Gordo gli corse incontro sguainando Bisou e gridando. Gli orchi riseronel vedere un uomo solo scagliarglisi contro, ma la gragnola di colpi che seguì fece inghiottire sorrisi oltre che denti. Il barbaro menava fendenti e cazzotti con i quali abbatteva warg e cavalli come fossero mosche. Prima che gli orchi potessero realizzare cosa stava provocando quel proiettile umano nei loro ranghi, si era formato un cumulo di cadaveri da far tremare le gambe anche ai guerrieri più forti. La reazione degli orchi fu violenta, ma per ogni colpo sferrato, quattro di loro cadevano morti su terreno impregnato di sangue. Gordo saltava, roteava, mordeva, sferravatestate e colpi di gomito. Ogni parte del suo corpo era un’arma letale. Bisou faceva il resto dividendo, lacerando, squarciando, penetrando. Era l’estensione del barbaro.Quando anche l’ultimo dei nemici fu a terra Gordo realizzò di aver subito più ferite diquante ne avesse ricevute nella sua intera esistenza. E fu allora che giunse il drago. La sua forma oscurò il sole e la sua ombra la terra; la carne putrida emanava un tanfo letale, le ali lacere lo tenevano sollevato da terra sfidando ogni legge della fisica. Gli occhi vitrei erano specchi nei quali si rifletteva il terrore di chi si trovava a fronteggiarlo. Le zanne affilate e marce erano ricoperte di brandelli di sangue. Gordo lo fissò, poi la minestra di fagioli fece sentire il suo effetto facendolo scorreggiare.Quell’emissione d’aria fu come una scintilla che lo spinse a saltare vero l’avversario. I due esseri solcarono l’aria volandosi incontro. Il drago spalancò le fauci e Gordo lasciò partire un gancio che lo centrò in pieno nella mascella facendogli perderequota. Il barbaro afferrò l’avversario per una protuberanza ossea che gli permise di salirgli sulla testa. L’urto del rettile col terreno fu roboante. Il drago non era mai stato

colpito così forte. Era stordito e quando provò a riguadagnare l’equilibrio Bisou gliattraversò il cranio piantandosi nel cervello, unico punto debole in grado di ucciderlo.Nel perdere la vita il drago sobbalzò scagliando Gordo lontano. L’impatto che seguì la caduta avrebbe ucciso chiunque, ma non lui, che comunque capì subito che non avrebbe visto il sole tramontare. Si trascinò sul terreno per cercare di raggiungere uno stagno vicino, ma le forze lo abbandonarono. Si mise ad attendere la morte e finché non arrivò: era la donna più bella che avesse mai visto. I capelli del colore della nottee gli occhi verde smeraldo. Le movenze sensuali provocarono al barbaro un’ultimaerezione. Lei allungò la mano verso il suo volto. Il suo tocco era leggero e avvolgente. Gordo stava per accettare il destino, quando una rinnovata forzadirompente gli fece gridare il suo “NO”. La colpì facendole saltare tutti i denti e poiliberò la sua furia sbriciolandole le ossa e riducendola a una spugna imbevuta di sangue. Aveva sconfitto la morte. Prendendo coscienza della sua potenza; sorrise e se ne andò.

Il cadavere della guaritrice del villaggio fu trovato due giorni dopo da un esploratore. Masha era nata con il dono di guarire i moribondi con il semplice tocco. Gli orchil’avevano massacrata rendendola irriconoscibile. Si diceva che fossero venuti fino alvillaggio per trovarla e ucciderla perché così facendo si sarebbero aperte le porte degli inferi. Purtroppo lo straniero non era riuscita salvarla, ma i Legorniesi eranocerti che neanche l’inferno avrebbe potuto nulla contro Gordo il barbaro.

David Giuntoli