Editoriale - ottobre 2023

Editoriale – ottobre 2023

Car* tutt*

vitaccia! Difficile quadrar tutto, quando anche le forme più semplici si fanno triangoli, per giunta scaleni! Indubbio ritardo, aimè, nella pubblicazione di questo numero leggero ma abbiamo le nostre attenuanti, che vado or ora ad elencare:

  1. Qua si fa tutti altro per campare, signori. Lo sapevate? Facciamo tutti tutto per pura, sviscerata passione, ma dato che poi se deve magnà e settembre è infame per natura arriviamo al giro di boa col fiato corto e senza pure cover, mannaggia al demonio. 
  2. La seconda edizione di 3mila6cento, di cui parlerò a breve: la bellissima giornata di sabato 9 settembre ci ha visto coinvolti in un appassionante tour de force pre, durante e post  che ci ha lasciato diverse scorie addosso: le abbiamo smaltite? Eh, mica tutte.
  3. In esergo va bene tutto.

Comunque ci siamo. Coi denti e con le unghie, ma ci siamo. Usciamo in digitale, questo e forse l’altro numero ancora, quello di dicembre, magari pure marzo. Forse giugno facciamo un best off tutto colorato e patinato, raduniamo le cose più fighe di un’annata ancora in costante direzione ostinata e contraria a prescindere e poi boh, si vedrà.

Amiamo complicarci la vita, inghirlandare le giornate con delle bombe a mano che facciano saltare in aria routine e rapporti umani, infiocchettare le occhiaie mostrando al mondo intero la bellezza delle nostre insonnie quotidiane, oh sì. 

E in questo numero, che in fondo leggero mica tanto è, partiamo proprio dal fondo, ossia dai racconti. Oltre ai titoli scelti dalla redazione compaiono anche i tre finalisti della seconda edizione del contest di narrativa breve, 3mila6cento2: al terzo posto Viavai e giravolte di Mattia Maino, che, da Bergamo, è arrivato in quel del Torrino giusto un attimo prima che il suo racconto venisse letto alla platea. Medaglia d’argento per Marisa Miranda con il suo Un bagno al mare, potente e rievocativo nelle trame d’amicizia in tempo di guerra ed infine, vincitrice del contest e prima classificata, Laura Romanelli con Corri, Lara, corri, un inno alla forza mentale prima che fisica, elogio dell’ostinazione che la vince su tutto – o quasi – a imperituro monito anche per chi ha la passione della scrittura (o almeno ci piace leggerlo anche così!). A tutti gli altri, e sono tanti, diciamo tutti grazie: a chi ha suonato, a chi ha letto, a chi ha scritto e a chi semplicemente ha ascoltato, a chi ha deciso, ancora una volta, di passare una giornata con noi del Foglio Letterario, stavolta addirittura con l’editore, Gordiano Lupi, presente all’ombra dell’Arno. 

Sarà un piacere, dopo l’esordio di Silvia Mazzocchi, curare con Librida il lavoro di Laura Romanelli che nel frattempo, a quanto è giunto in redazione, ha già pronto uno scartafaccio da sottoporci: non vediamo l’ora di metterci mano!

I pezzi del numero 27 poi contengono le solite chicche a cui vi abbiamo fin troppo bene abituato: le generose incursioni nel mondo letterario e storico ci regalano ben due articoli della nostra Patrizia Raveggi, alle prese con il concetto di leggerezza in Lalla Romano e con una riflessione paradossale intorno a Mosca e al timesurfing, che nonostante tutto riesce a strapparci anche un sorriso. Emilia Pietropaolo e Stefania Brivido, invece, mettono in campo un percorso analitico di riflessione sul tema: la prima proponendoci una rilettura della leggerezza da De Roberto a Pastoreau, passando per Gogol; la seconda con un approfondimento critico che ne ricerca le origini nel mito greco fino a condurci al contemporaneo di Pavese, Pasolini e Morante, con un excursus tanto brillante quanto esaustivo.

Fa invece l’esordio sulle nostre pagine Cesare Marino, che ha appena esordito con un importante saggio su Emilio Salgari per il Foglio Letterario. Nella rivista si occuperà di tutto ciò che su Mompracem ancora non è stato detto; intanto in questo numero si prende la briga di parlare di qualcosa che ultimamente è preso con estrema leggerezza: il fascismo e la cultura popolare. In particolare si occupa di constatare come certa propaganda di regime cercasse di impadronirsi di icone culturali per ampliare il consenso tra le masse. Una pratica odiosa, ben lungi da noi, che ancora alberga e vivifica nelle maglie di questo sistema politico aberrante. Tutti noi auguriamo a Cesare un grande in bocca al lupo (al Lupi, direi!) per il suo esordio e per i suoi lavori futuri.

Restano ancorate a noi le consuete rubriche storiche: Mirko Tondi e Alessio Santacroce ci parlano di scrittura e di musica nel loro Brandelli di uno scrittore precario e Bending, vere colonne d’Ercole della rivista. Gordiano Lupi ci regala recensioni fra poesie, cinema e compilation fieramente tamarre, oltre a un approfondimento in prima persona di Will Eisner. Io, dal mio canto, dò spazio a chi spazio magari non l’ha. 

Non manca niente, davvero, come sempre. E come sempre sputiamo sangue ma alla fine ci si arriva, abbracciati assieme, esalando ultimi respiri di un viaggio che non ci fa assopire, togliendoci fiato, energie ma la solita, corroborante cattiveria negli occhi. Però con amore.

A presto, pargoli.
V.Trama