Franco Micheletti ritorna in libreria - Gordiano Lupi

Franco Micheletti ritorna in libreria – Gordiano Lupi

Il ritorno in libreria di Franco Micheletti

Franco Micheletti torna in libreria con la sua opera prima Cronache maremmane e il secondo libro Piombino in bianco e nero, usciti tra il 2003 e il 2004, per volontà del Foglio Letterario, la sua storica casa editrice, quella che ha sempre creduto in Franco e che ha pubblicato anche Piombino com’era – Personaggi piombinesi e Piombino tra storia e leggenda. Adesso manca solo Storie di Bassa Maremma, il terzo libro edito nel 2006, per completare il quadro e avere disponibile tutta la produzione di un autore da non dimenticare. Franco non si riteneva uno scrittore, diceva di essere uno che raccontava la vita vissuta, i personaggi che aveva incontrato, le esperienze che aveva fatto. Proprio per questo era uno scrittore, lui non inventava, narrava come un cantastorie gli episodi del cammino, intingeva la penna nelle ferite della vita e tirava fuori racconti, s’immergeva nel fiume dei ricordi e tornava in superficie con un retino colmo di parole. Quanto ci mancano le chiacchierate interminabili con Franco a parlare di Carabina e Bruno Tiradiritti, passando per Cappellone e Sabatino, sulle orme di Fabio in motorino e di Ferruccio che diceva lungo il corso che al Sempione passavano due film. Franco era una memoria storica vivente, per fortuna molte cose le ha scritte, ma ci mancano le sue parole; lui era un narratore orale fantastico, poteva intrattenerti per ore con i ricordi del passato. Rimpiangeva la Piombino d’un tempo, un venditore di bomboloni e duri alla menta come Ponzo, la vetreria del Gazzei, i locali tipici del corso e di Trastevere, le fiaschetterie dove bere pessimo vino e mangiare granfie di polpo, il Bar Nedo, il Bar Imperia, il Nanni, Toni Fidenzio e i barbieri d’un tempo … Caro Franco, rileggo i tuoi libri e mi chiedo perché presunti scrittori vengono celebrati per opere dimenticabili, mentre tu, con la tua modestia, non ti ritenevi un vero scrittore. Certo che lo eri, amico mio, il vero scrittore racconta la vita, mica passa in rassegna i brufoli che gli crescono in volto! Certe cose forse le comprendiamo solo noi, non puoi chiedere a un politico di definire la letteratura, non saprebbe che dire, a lui interessa soltanto il consenso popolare. E io che come te non dico d’esser scrittore (soltanto uno che legge molto e di tanto in tanto scrive), raccolgo il testimone, mi dedico ai ricordi, alle storie del passato, purtroppo senza la tua memoria, ché non rammento tutto quel che mi hai narrato. Ci faremo bastare le nostre imperfezioni, caro Franco, e tireremo diritto, come il tuo personaggio Bruno, alla ricerca della Piombino perduta …

Gordiano Lupi