In morte di Carlo Saffioti, scrittore
In morte di Carlo Saffioti, scrittore
Quando muore uno scrittore, piccolo o grande che sia, perdiamo tutti qualcosa, anche se restano i libri, le parole, i versi che ha scritto, la prosa che ha narrato, i saggi che ha prodotto con ingegno. Mercoledì 2 marzo 2022, di primo mattino, è scomparso un mio autore, uno scrittore generoso, sempre pronto a dare una mano, quando c’era bisogno. Parlo di Carlo Saffioti, 84 anni compiuti, livornese di origine, maremmano di adozione, manager di successo che comincia da ragazzo vendendo enciclopedie, politico in carriera a Siena, uno dei pionieri delle newsletter come idea di marketing, sempre al passo con il mondo digitale, aperto a ogni innovazione. Carlo in pensione è ancora più vulcanico, comincia a viaggiare, percorre il mondo e scatta suggestive fotografie, poi si ferma a Follonica, si iscrive al laboratorio di scrittura creativa di Sacha Naspini e comincia a pubblicare libri dove racconta la sua vita. Tra le cose che più ricordo, la dedizione alla moglie, costretta in casa da una grave malattia, che se n’è andata alcuni anni fa, ma anche i figli sparsi in mezza Europa e l’amore per i nipoti. Rammento l’impegno per costruire il sito Internet www.edizioniilfoglio.com, perché riteneva che la casa editrice avesse bisogno di un luogo virtuale come una perfetta vetrina di libri. Carlo era un amico, non solo un autore, pronto a investire per noi perché ogni scrittore avesse uno spazio nella libreria telematica del Foglio Letterario. Era un uomo attento alle cose del mondo, sempre pronto a mettersi in discussione, a intraprendere nuove avventure, un compagnone che amava bere e mangiare bene. Aveva case sparse tra Siracusa e Boston, Siena e Follonica, Livorno e Parigi, possedeva uno stabile nel capoluogo labronico che avrebbe voluto gestire come un centro culturale, ma non ha fatto in tempo a realizzare il sogno. Ricordiamo Carlo e il suo attivismo per ogni iniziativa, da Raccontare Campiglia a Piombino in giallo, passando per Piombino in noir e Piombino in musica, fino all’ultimo progetto: il libro del fratello Marcello (Cacciucco alla livornese). Viaggiatore infaticabile, soffriva la segregazione da Covid, lui che era stato persino in Iraq in un periodo storico che avrebbe sconsigliato la partenza. Tutti i suoi libri sono usciti con Il Foglio Letterario, alcuni hanno avuto più successo, come In Marermma si dice e A Livorno si dice (una raccolta di modi di dire labronico – maremmani), altri meno, ma non ha importanza, ogni sua opera è stata scritta con amore. Penso a lavori autobiografici come A Parigi, ma anche alla raccolta dei diari del padre Agende di guerra. Eritrea, Abissinia, Libia. Un medico racconta (1935 – 1941), così come non vanno dimenticati l’ironico Una vita variegata. Un livornese alle prese con l’esistenza e la raccolta di citazioni letterarie I pensieri degli altri. Carlo era giovane dentro, ha vissuto una vita intensa, potente e coraggiosa, se l’è portato via una malattia rapida e fulminante. Restano i suoi libri, che curerò con passione finché mi sarà possibile, per onorare l’amore per la cultura che ci rendeva amici, in un rapporto di consonanza spirituale che andava oltre il semplice legame tra editore e scrittore. Riposa in pace, Carlo. Inutile dire che ci mancherai.
Gordiano Lupi
Un ricordo di Carlo inviato da Rita Gallarate, collega scrittrice: “Da questa terrazza sul mare lo spettacolo del tramonto è bellissimo. Carlo mi sta dicendo quanto gli piaccia questo posto. Annuisco. Stiamo aspettando gli altri, un incontro tra amici che nascono compagni di un’avventura letteraria guidata dal nostro maestro Sacha. Quello che condividiamo ogni settimana ci ha uniti e ci regala momenti di gioiosa convivialità. Mentre attendiamo sorseggiando un aperitivo già programmiamo altre avventure da vivere insieme! – Qui ho trovato molti amici -, dice. Annuisco.
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