Le olimpiadi e l'impegno per i diritti civili - Stefano Tamburini

Le olimpiadi e l’impegno per i diritti civili – Stefano Tamburini

LE OLIMPIADI E L’IMPEGNO PER I DIRITTI CIVILI IN DUE LIBRI DI STEFANO TAMBURINI

Le storie a cinque cerchi in “Il prezzo da pagare” e “Beati, dannati e sogni truccati”

Siamo nel pieno dei Giochi Olimpici di Parigi 2024, in programma da venerdì 26 luglio. La storia a Cinque cerchi è ricca di grandi imprese e di storie meno note. Due libri pubblicati da Edizioni Il Foglio – “Beati, dannati e sogni truccati” e “Il prezzo da pagare” – raccontano avventure di alcuni personaggi che alle Olimpiadi non sono stati solo grandi atleti.L’autore di entrambi i libri è Stefano Tamburini, giornalista, già direttore di Corriere Romagna, Agl (l’agenzia dell’allora Gruppo Espresso che curava il notiziario nazionale per 18 quotidiani locali), la Città di Salerno e Il Tirreno.

Cominciamo da “Il prezzo da pagare”, uscito a fine 2022, semifinalista al premio Bancarella Sport 2023 e insignito del premio “Books for Peace” 2023. Il libro ha come sottotitolo “Storie di donne e uomini ribelli, quando lo sport diventa lotta per i diritti umani e civili”, la prima storia olimpica è quella di Sohn Kee-chung, coreano costretto a correre la maratona di Berlino 1936 con i colori dell’invasore giapponese. La vincerà ma si rifiuterà di festeggiare e potrà farlo solo 52 anni dopo come tedoforo nella maratona di casa a Seul.C’è poi la storia di Ondina Valla, la prima azzurra medaglia d’oro a Berlino 1936, che per correre aveva dovuto vincere le resistenze della Chiesa e del regime fascista.

La terza vicenda è quella di Alice Coachman, prima donna di colore in trionfo per gli Usa a Londra 1948 in un’epoca dove il razzismo era ancora dominante.

Poi è la volta dell’uomo che ha ispirato l’immagine di copertina, Peter Norman, il terzo del podio del doppio pugno guantato dei 200 metri a Città del Messico 1968. Al ritorno in patria, nella razzistissima Australia, fu sottoposto a feroci persecuzioni scoperte solo dopo la sua scomparsa.

Dopo ancora Vera Caslavska e la testa china sul podio contro i carri armati sovietici a Praga (Messico 1968); Hassiba Boulmerka e la medaglia d’oro contro i fondamentalisti islamici che volevano ucciderla per le gambe nude (Barcellona 1992). Sempre a Barcellona 1992 c’è la storia di due donne che corrono i 10mila per Etiopia e Sudafrica, i due volti di realtà così diverse. Vincono oro e argento ma è come se avessero vinto entrambe.

Inoltre, la storia più bella. Quella di Cathy Freeman e la sua medaglia d’oro contro l’odio nelle Olimpiadi di casa a Sydney 2000. Un giro di pista per vincere i 400 metri e far festa con due bandiere, quella dell’Australia e quella degli aborigeni. Lei, che da bambina vinceva le gare ma non poteva salire sul podio perché considerata “diversa”, lei che diventa l’ultima tedofora…

Infine, la vicenda più vicina ai giorni nostri. Quella della bielorussa KrystsinaTsimanouskaya che a Tokyo 2020 (Olimpiade disputata nel 2021) ha saputo sfidare la dittatura del proprio Paese con una rocambolesca fuga che l’ha salvata dalla prigione in patria o da qualcosa di molto peggio. Agli Europei di atletica che si sono disputati il mese scorso a Roma ha corso con la maglia della Polonia, suo nuovo Paese.

Nel libro “Beati, dannati e sogni truccati” (sottotitolo “Lo sport tra favole e malaffare”), uscito a fine 2023, emerge invece il contrasto tra l’epoca dell’embargo anche sportivo al Sudafrica a causa della vergognosa emarginazione delle popolazioni di colore e quella attuale ricca di strizzate d’occhio con i Paesi canaglia in fatto di diritti umani e civili, sempre più “padroni” del nostro sport, specialmente nel calcio e nella Formula Uno. Il libro è un pellegrinaggio che parte dal paradiso delle imprese più genuinee scende fino all’inferno delle sfide truccate, delle infiltrazionidella malavita. Ci sono anchestorie che vanno oltre il significato del trionfo, come quelladella pugile Irma Testa, prima italiana a partecipare aun’Olimpiade sul ring e poi capace di portare a casa una medaglia.Lei, cresciuta in un contesto sociale complicato e innamoratadi un’altra donna, riesce a far capire che non ci sono normalitàda cui distinguersi. E la sua lezione fuori dal ring è molto più importante di quellache riesce a dare sul piano tecnico alle avversarie. Lezioni che sitrovano anche in altri capitoli, come quello dedicato al “dannato” Oscar Pistorius, il campione paralimpico capace di grandi imprese sportive fino alla partecipazione alle competizioni dei normodotati e di un’infamia devastante come l’omicidio della fidanzata.

Letture, quelle dei due libri di Tamburini, che si immergono nelle imprese olimpiche (e non solo) per riemergere arricchite di vicende umane e di lotte per i diritti. Due libri che ci fanno capire l’importanza dell’impegno delle atlete e degli atleti, che attraverso lo sport ci hanno aiutato a rendere questo modo migliore o, quantomeno, a difenderlo dall’assalto dei peggiori.

Stefano Tamburini è anche l’autore di “L’uomo e il mare” (Storia di un sub ucciso da uno squalo e dei tentativi falliti di ucciderlo ancora) uscito nel maggio del 2023. Questo libro racconta una storia accaduta 35 anni fa, di per sé terrificante come può esserla quella di un uomo ucciso da uno squalo. Ma è soprattutto il racconto ancor più devastante del “dopo”, della crudeltà di uomini ancora più feroci di uno squalo che cercavano di far passare una verità alternativa a quella incontrovertibile dei fatti, infangando la reputazione dei testimoni e la memoria della vittima, Luciano Costanzo, 47 anni, lavoratore portuale ed ex calciatore.