MindAheaD, Il prog che scorre nelle vene

MindAheaD, Il prog che scorre nelle vene

Finalmente ci avviamo a grandi passi verso la fine di questo anno funesto, un periodo che ha messo in discussione tutto e ha dimostrato quanto fosse fragile il settore musicale colpito al cuore dal virus infame. Con la speranza che il 2021 ci riporti sopra e sotto i palchi, chiudo l’anno bisesto occupandomi di una band metal che si sta facendo strada nell’underground nazionale. I MindAheaD nascono nel 2010 per volontà del chitarrista Nicola D’Alessio (ex Hellrage e Athena) al quale si uniscono dapprima il chitarrista Matthieu Angbeletchy e a breve distanza la sezione vocale composta dall’aggressività canora di Francesco Novelli e la dolcezza della magnifica Kyo Calati (vero punto di forza di questa agguerrita compagine). La line up si completa nel 2013 con l’ingresso di Matteo Prandini al basso e di Matteo Ferrigno alla batteria. Con questa formazione i MindAheaD definiscono i pezzi che andranno a comporre nel novembre del 2016 il loro primo lavoro in studio intitolato “Reflections”, un concept album che, immaginando un futuro distopico, affronta i temi della mente umana e delle sue molteplici sfaccettature. Poco prima dell’uscita del disco Matthieu lascia la band per motivi personali e Guido Scibetta prende il suo posto. Con il nuovo arrivato la band inizia la promozione live del disco che li porterà a suonare in diversi locali della penisola e a cimentarsi in un mini tour in Spagna. La risposta del pubblico è subito molto buona e il gruppo riscontra un’ottima percentuale di giudizi positivi sia da webzine che giornali specializzati. Arrivano così nuovi live al fianco degli ucraini Jinjer, tre date di cui due italiane e una in Croazia, dove partecipano al GoatHell Metal Fest. Qualche tempo dopo il cantante Francesco lascia la band e al suo posto entra Sandro Macelloni, direttore esecutivo del coro Gospel di Pisa e del gruppo Animaniacs, nonché cantante/tastierista a tempo pieno. Il nuovo arrivato viene subito messo alla prova con una data insieme al gruppo Fallcie a Carpi e con un festival targato Rock My Life. Attualmente la band è impegnata nella registrazione del nuovo lavoro che si preannuncia particolarmente interessante. L’idea è quella di fondere aspetti diversi, talvolta opposti, del sentire umano, riunendoli in una proposta musicale variopinta e personale che affonda le sue radici in influenze che spaziano dal prog anni ’70 al death metal.  Il nome stesso della band suggerisce la natura paradigmatica e poliedrica della band, con un gioco di parole tra MENTE (pensiero) e TESTA (anatomica), mente proiettata in avanti contrapposta all’irrazionale follia (M.A.D., maiuscole nel logo).

Abbiamo fatto quattro chiacchiere con la talentuosa Kyo che da buona cantante di razza smania per tornare sul palco.

 

Ciao Kyo e benvenuta sulle pagine del Foglio Letterario, quali sono i vostri progetti post covid?

 Prima di tutto speriamo che questo incubo finisca il prima possibile e che si torni alla normalità, sia con la musica che con le nostre vite. Questa situazione ha rallentato il nostro lavoro che ha iniziato a prendere vita in studio a dicembre del 2020. L’obbiettivo quindi è far uscire il nuovo album nel 2021, sperando che l’emergenza sanitaria rientri, e di conseguenza partire con un tour promozionale.

 Una vocalist innamorata del progressive è una rarità, come ti sei avvicinata a questo genere?

 Di sicuro il mio chitarrista e compagno Nicola ci ha messo lo zampino. Abbiamo iniziato a suonare insieme nel lontano 2012 condividendo non solo la passione per la musica in generale ma anche un sacco di gruppi che adoro e ai quali ci ispiriamo nel corso della nostra fase compositiva.

 Giustappunto, mi dici quali sono le band che vi ispirano maggiormente e quali quelle con cui vorreste condividere il palco?

 Essendo in sei i gusti sono molto vari, ma tutti convergono verso il prog partendo dal presupposto che la nostra composizione cerca sempre di essere più personale possibile. Le band variano dal prog anni ’70 fino al metal progressivo moderno: Genesis, Katatonia, Tool, Opeth, Haken, Merillion, Blind Guardian, Ayreon, Dream Theater, Pink Floyd e molti altri. Ci facciamo ispirare spesso anche da film, libri, opere teatrali e altri generi musicali. Le band con la quale vorremmo condividere il palco? Tutte quelle sopracitate e altre formazioni che purtroppo non esistono più. Abbiamo però avuto il piacere e l’onore di condividere il palco con i ben noti Jinjer, facendo con loro due date in Italia e una in Croazia. Di questo andiamo particolarmente fieri!

 La tua notevole voce è molto versatile e riesci a cantare tutto, quale credi che sia il genere più adatto al tuo bagaglio tecnico? E poi, insegnare è più difficile che imparare?

 Sicuramente il prog che faccio con i MindAheaD. E’ un genere che mi si cuce addosso come una seconda pelle e che sfrutta al massimo tutte le mie potenzialità. Per quanto riguarda l’insegnamento direi che dipende molto dall’allievo che hai davanti.

 

Grazie dalla redazione di Bending e in bocca al lupo per tutto.

 

Grazie a voi per lo spazio che ci avete concesso. Auguriamo a tutte le band passate da qui, a quelle che ci passeranno e a tutte le band del mondo e dell’universo intero, di poter ricominciare presto a suonare, bere, ballare, cantare e divertirsi tutti insieme senza pericoli e paure. I nostri contatti sono

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Video di Farewell

 Siamo giunti alla conclusione di questa puntata, vi ricordo che Bending è una produzione di Percorsi Musicali e che collabora con Metal Detector dissotterra l’underground (in onda il giovedì sera sul canale 680 del digitale terrestre Clivo Tv) e con la Zia Rock Silvia Barsotti. Non mi resta che farvi i più cari auguri di buone feste con la speranza che il 2021 ci restituisca tanta musica dal vivo e la serenità che ci manca da troppo tempo.

Alessio Santacroce