Nino Genovese - "Almeno il cane è un tipo a posto"

Nino Genovese – “Almeno il cane è un tipo a posto”

Bazzicando per il web ho notato che qualcuno ha definito questo libro “per ragazzi”. Non sono mai stato un fautore della catalogazione dei libri per fasce di età, credo solo che questa sia un vezzo editoriale che non ha nulla a che vedere con lettori e scrittori. Inoltre per i temi trattati è secondo me una storia per tutti, indistintamente dalla carta d’identità.

Il libro di Lorenza Ghinelli l’ho acquistato perché è stata autrice del Foglio Letterario e siccome anche io sono nato, cresciuto e pasciuto nella scuderia di Gordiano Lupi, incuriosito dalla carriera della scrittrice e attratto dalla copertina, ho deciso di tuffarmici dentro.

Ne traggo subito alcune conclusioni: primo, non è un libro per ragazzi (se proprio vogliamo intestardirci in questa amara catalogazione); secondo, si legge così rapidamente che non c’è il tempo di pensare alla storia, i personaggi scivolano veloci tra le righe, il lettore non ha il tempo di immedesimarsi nelle tragedie di Massimo che spunta Celeste, poi Stefania, Filippo, Vito, insomma sembra quasi che questi personaggi siano cresciuti insieme a noi; terzo: Gordiano Lupi nel guado dell’editoria ci sguazza molto bene ed è un grande scopritore di talenti.

La trama è semplice e lineare. Le storie dei personaggi si intrecciano in una matassa che soltanto il finale riuscirà a sbrogliare. Lorenza Ghinelli sembra quasi che si sia divertita a mettere tutti i protagonisti in una scatola e li abbia lasciati liberi di agire, senza freni inibitori, per poi aspettare il risultato delle loro azioni.

Il tono scanzonato e ironico nasconde dei temi importanti su cui riflettere: la violenza, il bullismo, la bulimia, i disturbi comportamentali, l’omosessualità, la violenza sui minori, l’alcool. Tutto ha come cornice il più grande dei problemi dei ragazzi di oggi: l’Adolescenza.

Protagonista della storia è Massimo, un ragazzo che viene preso di mira da Vito, il bullo della scuola, che decide di soprannominarlo Minimo dopo averlo visto nudo negli spogliatoi. Da questo momento in poi Massimo vive angosciato e  spaventato e diventa lo zimbello degli altri compagni. Inoltre ha paura di subire ulteriori ritorsioni da questo “nemico”, senza conoscere il motivo per cui sia accanito contro di lui.

Quando arriva l’estate, Massimo insieme ai suoi amici può organizzare un piano per non dover sottostare a Vito e per riabilitare il suo “nome” agli occhi del resto dei compagni. Progetta così un piano per far dimenticare a tutti il soprannome di “Minimo”. Nel trambusto provocato da due nuove inquiline, scopriranno che il bullo subisce le violenze di un padre dedito all’alcol.

Il messaggio di Lorenza Ghinelli è schietto e condito di ironia. Soltanto chi non ha amici, resta impantanato nelle difficoltà della vita. La nostra esistenza non è facile e tutti andiamo incontro a problemi da risolvere quotidianamente. L’Amicizia è l’arma vincente per superare le salite di ogni giorno.

Questo che ho tra le mani è un piccolo gioiello, che custodirò gelosamente nella mia libreria.

Antonino Genovese

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