Un ricordo di Solferino

Un ricordo di Solferino

Quando sentiamo parlare di Croce Rossa, il nostro pensiero va subito alle ambulanze, alle sirene, a persone che hanno bisogno di assistenza sanitaria, a quelle divise rosse che ultimamente, durante la pandemia, abbiamo visto così spesso, sempre in prima fila. Stiamo parlando di una delle più grandi organizzazioni esistenti al mondo: il suo simbolo è uno dei più conosciuti e ci indica un’ancora di salvezza, ci indica la presenza di qualcuno che ci può aiutare. Ma come è nata? Qual è stata la partenza, quel passato che l’ha resa così grande? Ebbene, se vogliamo ringraziare qualcuno, dobbiamo ringraziare Henry Dunant (Ginevra 1828 – Heiden 1910), un uomo che ha scritto un piccolo, ma grande libro. “Un ricordo di Solferino” (“Un souvenir de Solferino” è il titolo originale), pubblicato nel 1862, racconta la Battaglia di Solferino e San Martino, combattuta il 24 giugno 1859: sui libri di storia sicuramente l’abbiamo letta, forse qualcuno di noi è anche riuscito a studiarla, ma ai tempi dei libri di storia, non ci siamo mai resi conto dell’importanza di una battaglia che sembrava come tante altre. Ebbene, Henry ha raccontato, nei dettagli, il campo di battaglia, i luoghi teatro di quelle tragedie, accompagnandoci tra i soldati morenti, feriti o mutilati, quasi come fossimo con lui e lo accompagnassimo. Egli utilizza uno stile diretto, crudo, con particolari che possono apparire cruenti, ma che sono normali in una battaglia dove un esercito, quello franco-sardo, combatte contro quello austriaco, dove uomini combattono contro altri uomini. Proprio in questo campo di battaglia nasce quell’idea: aiutare i feriti di entrambi gli eserciti, avere la sensibilità necessaria per curare le persone, qualunque divisa essi portino, di qualunque esercito essi siano. In uno scenario drammatico come può essere un campo di battaglia, Henry, come descrive nelle sue pagine, dimostra come ci sia bisogno di Umanità, di fratellanza, di aiutare e confortare: anche i soldati combattenti sono persone. Durante la battaglia alcune donne scesero per le strade, si organizzarono per soccorrere i feriti che incontravano: le case delle persone e le chiese divennero infermerie improvvisate. Henry descrive tutto questo, sottolineando quanto fosse importante, in situazioni come questa, un’organizzazione più precisa dei soccorsi, degli aiuti, della solidarietà. Non si poteva fare niente per prevenire le guerre, ma si poteva fare molto per aiutare chi aveva bisogno.

Da questo libro, da queste parole, da questa idea, nel giro di pochi anni, nasce la più grande organizzazione umanitaria che adesso opera in tutto il mondo: la Croce Rossa, presente in tutti i paesi del mondo, si prodiga per portare aiuto a chiunque ne abbia bisogno. Si, un’organizzazione di pace nasce da una situazione di guerra, ma proprio questo ha gettato il seme per un futuro in cui siamo “Tutti fratelli”.

 

Lara Vanni