Vincenzo Trama – “Vita straordinaria, opere e scoperte Memorie e altri testi scribleriani”, Martinus Scriblerus

John Arbuthnot, Alexander Pope ed altri

Traduzione e cura di Giuseppe Sertoli

Martinus Scriblerus

Vita straordinaria, opere e scoperte

Memorie e altri testi scribleriani

Gammarò Edizioni – 220 pagine – Euro 39,00 

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Immaginate la scena: siamo nell’Inghilterra del 1713 e dei giovani di belle speranze, tra cui anche Jonathan Swift, il celebre autore de I viaggi di Gulliver decidono, tra un bicchiere e l’altro, di fondare lo Scriblerus Club. Il conciliabolo di satiri ha la pretesa di screditare in modo ironico le presunte convinzioni scientifiche dell’epoca, ergendo a paladino delle stesse lo Scriblerius, che sarà suo malgrado soggetto e oggetto delle stilettate parodistiche del club. Ma chi è Martinus Scriblerus? Nei 16 capitoli del libro lo Scriblerus Club sbobina tutta la storia di questo genio universale, che, presentato a partire dalla figura spassosa del padre, Cornelius Scriblerus, vede in primo piano la sua formazione e la sua erudizione infinita. Proprio il personaggio di Cornelius regala spesso delle perle di grande comicità involontaria; lui, appassionato del mondo antico in tutte le sue sfaccettature, è convinto che solo dal passato si possano trarre i corretti insegnamenti per educare mente e corpo. Ecco quindi l’episodio dello scudo (cap.3), la cui ruggine grattata per errore dalla massaia causa a Cornelius un esaurimento nervoso in un crescendo parossistico di ilarità fulminante, o la dissertazione sull’alimentazione (cap.4), in cui, a partire dal brodo di Lacedomonio prescritta dal vecchio Licurgo, si giunge a descrivere i popoli della Terra in base a ciò che mangiano – i gallesi sarebbero collerici perché abituati a porri e formaggio, noi italiani, invece ci nutriamo alimentando gelosia e vendicatività. Insomma, già da piccolo per Martinus si intravede un percorso irto di complessità, che aumenta quando Cornelius decide di affiancargli Conradus Crambe come condiscepolo e amico (cap.7 e 8); i due, seppur nel giro di poche pagine, si mostrano spesso in antitesi, sviluppando dialoghi e riflessioni umoristiche in pieno stile inglese.   

I capitoli tuttavia più coinvolgenti – ma anche i più atipici rispetto agli altri, come riportato dalle note – sono quelli relativi alla storia d’amore dello Scriblerus con le gemelle siamesi Lindamira e Indamora (cap.13 e 14). Le due, unite fisicamente dagli organi genitali, lavorano al soldo di mastro Randal e del suo circo. Martinus appena vede Lindamira se ne innamora follemente, e, seppur tra ovvie difficoltà, riesce a sposarla. Tuttavia mastro Randal, temendo di perdere una delle sue principali attrazioni, induce la sorella Indamora a innamorarsi di un altro dei suoi freak, il nano noto come Principe Nero di Monomotapa (lo so, stiamo sconfinando nell’assurdo!). Il tutto si conclude con un paradossale processo in cui si cerca di stabilire, anche tramite espliciti riferimenti sessuali, la possibilità di considerare le gemelle come un’unica individualità oppure no, in un turbinio di speculazioni filosofiche e scientifiche che amplificano il senso del ridicolo dell’intera vicenda.

Chiude il libro una selezione di testi scritti direttamente dallo Scriblerus (L’origine delle scienze, Annus mirabilis e Stradling contro Styles), ma la forza propulsiva e lo stile delle sue Memorie lascia intendere come il progetto ormai stesse perdendo vigore, risultando piuttosto piatto al lettore.

Giuseppe Sertoli fa un lavoro di ricerca e cura, oltre che di traduzione, su un caso letterario per niente noto da noi in Italia; complimenti a lui e a Gammarò per questa scoperta all’insegna della condivisione: no, non dei like sulle pagine di Facebook, ma del dono della scrittura; il che, in un’epoca dominata dai social come questa, non è altro che una bella boccata d’aria fresca. Ecco; già parlando come Cornelius Scriblerus. 

Vincenzo Trama