Wilma Minotti Cerini
CINESI A VERBANIA
Io ne conosco tre,
ad uno ho spiegato la erre,
all’altra con i gesti ci siamo capite,
al terzo devo iniziare con la erre,
a tutti e tre ho sorriso,
alla donna ho aperto la braccia per un abbraccio.
In fondo ci si può anche capire
con il linguaggio della gestualità.
Io ne conosco tre,
uno mi ha detto il suo nome in cinese
quando l’ho ripetuto si è messo a ridere,
a lei ho portato una scatola di biscottini
e ce li siamo mangiati,
il terzo ancora debbo imparare
il suo nome in cinese
Per consolarmi
ho pensato a Lin Yu Tang
Wilma Minotti Cerini
HELLO! KEN GREEN
Hello! Ken Green
Ti ricordi?
all’Albert e Victoria Museum?
Io me ne stavo assorta
sulle cariatidi del Partenone
e tu mi venisti vicino,
non capivo il tuo inglese
ma capivo il tuo sorriso.
Hello! Ken Green
Ricorda,
fuori pioveva e Londra era bella,
mi prendesti la mano,
non volevo
ma ridevo
Hello! Ken Green
Londra era bella
e la tua casa di Bohème
odorava di fumo
e di tazze di caffè non lavate
Hello! Ken Green
Ricorda
tra noi non è successo niente
solo tanta allegria
un po’ di inglese,
spagnolo e portoghese
e tante carte sparse
sulle quali scrivevi
la tua commedia
televisiva.
Volevi trattenermi
mentre me ne andavo
sotto la pioggia,
turista non per caso
al mio albergo
Le tue telefonate …
le mie risate …
l’invito a rimanere,
appuntamento sospeso,
Trafalgar Square
ha visto solo i nostri fantasmi.
Hello! Ken Green
Wilma Minotti Cerini
IL PENDOLO E L’AFORISMA
Là nella sua oscillazione senza anima
tic toc tic toc tic toc
segna un tempo, che non è il mio
che è troppo tardi se ti attendo
che è troppo presto se te ne vai.
I secondi sono un’eternità nel dolore
la giovinezza che non assapori
è sciapita quando la rammenti
Il tempo del perditempo
Il tempo dell’amore
il tempo della lettura
quando ridendo andavo su e giù
con Jerome e Jerome
col cane in canotto sul fiume
e ancora rido
per la sublime avventura
Il tempo delle vita
e degli aforismi di Charles Bukoswki
quando pensava: “forse mi ci abituerò,
ma non mi ci abituai mai “
o quando ancora: “mi hanno piantato così tanti coltelli
che quando mi regalano un fiore
all’inizio non capisco neanche cos’è,
Ci vuole tempo “.
E allora pensai ad una nostra forte litigata
al mio sguardo feroce su ti te,
uomo che amavo sopra ogni altra cosa,
e tu che uscivi, per tornare poco dopo
con uno di quei mazzolini di fiori che
prendono colore dall’inchiostro,
proprio quelli che io detesto,
e lo gettai nella spazzatura.
e allora mi venne in soccorso Dan Brawn:
“ i luoghi più caldi dell’inferno sono riservati
a coloro che in tempi di grande crisi morale
si mantengono neutrali”
Mai ferire la jena che è in me
perché risorgo come la Fenice.
Ma poi ti guardai meglio e il bene spazzò via ogni cosa
Wilma Minotti Cerini
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