Non si possono interrompere i pensieri - Nicoletta Manetti

Non si possono interrompere i pensieri – Nicoletta Manetti

Non si possono interrompere i pensieri – 2° classificato Contest 3mila6cento, finale 15 luglio 2022, Piombino

Mi chiamo Nannetti Oreste Fernando, classe 1927, romano, figlio di Nannetti Concetta e padre ignoto. NOF4. 4 come i luoghi in cui sono stato rinchiuso: un orfanotrofio, un carcere, due manicomi.
La licenza elementare l’ho presa, ma da ragazzo fui rinchiuso in manicomio. Per oltraggio a pubblico ufficiale. Da quattordici anni, dal 1958, sono qui, ai Ferri di Volterra, la sezione giudiziaria dell’Ospedale Psichiatrico. Perché sono pericoloso.
Nessuno è venuto mai a trovarmi. Eppure di cartoline ne ho scritte tante.
Allora ho fatto amicizia con un muro. Un muro lungo 180 metri e alto due, intorno al padiglione. E anche con un corrimano di cemento di una scala, lungo 102 metri e alto in media 20 centimetri.
Per undici anni tutte le ore d’arie di tutti i giorni che non piove, l’intonaco accoglie i miei messaggi, il mio diario. Lo incido con la fibbia del giubbotto della divisa, gli imprimo il mio esistere. Lui non si lamenta, è paziente. A lui interessa quello che ho da dire e lo ricorda. Non come gli umani che non ascoltano e comunque dimenticano.
Ne ho migliaia di cose da raccontare di me, farfalla o ingegnere spaziale, del mio viaggio omerico. Mi sono arrivate per via telepatica tante storie che possono sembrare astruse, ma sono vere. Sulla guerra dal passo chiodato, coi carri armati e la morte con le croci, sui voli spaziali, i robot. Sui pianeti ho scritto quando voi non eravate ancora sbarcati sulla luna!
Io sono un astronautico ingegnere minerario nel sistema mentale. Questa è la mia chiave mineraria. Sono anche un colonnello dell’astronautica mineraria astrale e terrestre.

Aldo, l’infermiere gentile, mi lascia fare, anzi mi chiede e cerca di capire. E io cerco di spiegargli. Anche se quello che io scrivo è per iniziati, per scienziati. Matematici, ingegneri, astrofisici, astronauti. Chissà cosa può capire Aldo.
Grafico metrico e mobile della mortalità ospedaliera: 10% per radiazioni magnetiche teletrasmesse, 40% per malattie varie trasmesse o provocate, 50% per odi e rancori personali provocati o trasmessi.
Tre alienati sono sempre seduti sulla panchina, le schiene addossate al mio muro. Loro non badano a me e io non bado a loro. Quando arrivo a incidere sopra le loro teste non si spostano. Io non posso interrompere. Non si possono interrompere i pensieri. Li scontorno. Tre sagome, tre zone di non detto. Tre tonde lacune come ombre di fantasmi.
Pagine e pagine, parole, simboli, segni, numeri, da sinistra a destra, poi continuo sotto da destra a sinistra. Perché non si interrompono i pensieri.
PAROLE mie raschiate sotto il sole anche se sento colare il sudore nel colletto, o con la mano intirizzita dal freddo, o in bilico su un panchetto. Non mi frega del caldo o del freddo. Quando si segue un ragionamento ci si dimentica anche di mangiare, ve lo dico io. Non si interrompono i pensieri.
Riempio con la mia fibbia pagine e pagine di muro. Ne ho tante di cose in testa. I pensieri brulicano di immagini e segni. Devo scriverli, PERCHÉ IO ESISTO.
Ho già scritto cento metri per un metro e venti di altezza, e altri ne riempirò se avrò ancora tempo, inciderò le pietre del selciato, l’atrio, le scale, le pareti del refettorio e della camerata. E se non basterà, scriverò sui comignoli, sul tetto, sul lastrico solare.
E se avrò il tempo continuerò anche più su, sulle nuvole, sui fulmini e le astronavi. Per lanciare i miei messaggi nello spazio, tra i pianeti e le galassie. Perché non si possono interrompere i pensieri.

Nicoletta Manetti