Vincenzo Trama – “I solitari – Scrittori appartati d’Italia – di Davide Bregola
Davide Bregola
I solitari – Scrittori appartati d’Italia
Oligo Editore– 180 pagine – Euro 15,00
Davide Bregola è un colpo in canna che ti devi concedere quando proprio non ce la fai più. Ne hai visti troppi sugli scaffali delle librerie, tra le pagine culturali, nelle radio dove voci radical chipster baccagliano dell’ennesima new sensation della narrativa italiana, fingendo che non si tratta affatto dell’ennesimo pacchetto da liquore estivo, bandella tritatutto e ospitata da Fazio. Davide Bregola è quella boccata d’ossigeno che respiri dai tempi tondelliani in cui si trafugavano le parole dalle storie di provincia, quelle profumate di nicotina e birra a basso costo, fra le prime prose profetiche di Labranca e i vagiti cannibaleschi di autori oggi di spicco. Scrittore poliedrico e mai banale, Bregola esce per i tipi di Oligo con I solitari, scrittori appartati d’Italia, un bellissimo omaggio a penne che, ci tiene a precisarlo lo stesso Bregola, non sono gli scrittori sconosciuti. Quelli che a palate affollano le bacheche di Facebook, partecipando a compagnie di sponsorizzazione che li portano post su post a cime inarrivabili di digitale tristezza onanistica. No, Bregola indaga su altro; partendo da un’idea poi divenuta rubrica su “Il Giornale”, nascono come sequenza di pezzi che raccontano al nostro Bel Paese autori che hanno raggiunto un invidiabile successo e poi sono spariti, preferendo eclissarsi dai riflettori del proscenio guadagnando simboliche quinte, senza proclami strombazzanti né cercando una visibilità che oggi pare essere il requisito principe per poter pubblicare in Italia (ma non solo).
La singolarità e la bellezza di questo libro sta proprio nel proporre un paradigma della figura dello scrittore – e di artista in generale – altra rispetto a quello cui siamo ormai abituati; non più il fashion addicted che compare anche sulle copertina di Vanity Fair, ma individuo che rifugge la massa, cercando in tempi e in modalità che a noi sembrano aliene – disconessione digitale, assenza dai social, fuga dai media – un contatto più autentico con le parole, le persone, la vita stessa. Così ecco che ritratti imperdibili si fanno largo tra le pagine del libro, corredate al termine degli stessi da fotoricordo che sembrano quasi vecchie polaroid, come se Bregola si fosse cristallizzato con questo libro negli anni ’90. Non conoscevo tutti gli autori, sono sincero: ignoro chi sia Susanna Bissoli, sparita dai radar, come riporta Bregola, dal 2011. Né ho mai letto colpevolmente Vincenzo Pardini, dal cui Jodo Cartamigli hanno anche realizzato un film con Bowie e Keitel (ma pure con Pieraccioni e Marcuzzi, pensa te). Però Benni è il mio autore preferito da sempre e Trevisan lo conosco dai tempi di Shorts; Cornia e Celati sono maestri indiscussi del nostro secolo e pur non condividendone i pensieri Giovanni Lindo Ferretti e Aldo Busi sono senz’altro protagonisti (loro malgrado?) di default culturali che hanno lasciato solchi non indifferenti nell’arido terriccio italico. Insomma, ho trovato diversi punti di contatto con gli intellettuali ricercati da Bregola, che non a caso hanno scelto la strada dell’isolamento, non per forza in senso fisico (o quasi: leggasi di Gavino Ledda). Per cui se avete voglia di scoprire diversi autori che hanno avuto successo fuggendo poi la conseguente notorietà, questo è un libro che non dovete perdere; verrete a conoscenza di storie, ispirazioni e riflessioni a volte illuminanti, che poco hanno a che fare con la logica dell’oggetto libro come merce da vendere un tot di like al chilo. E sicuramente, come me, andrete alla ricerca di quei libri che ancora non avete letto, trovando più di uno spunto per arricchire la vostra biblioteca. Di libri, non di copertine da inanellare nella vostra bacheca per fare i fighi. E ora potete mettere dislike, grazie
Vincenzo Trama
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