Patrice Avella - "I colori dell'anima" di Mick Davies (2004)

Patrice Avella – “I colori dell’anima” di Mick Davies (2004)

A Jeanne, che gli chiede come mai non dipinga mai gli occhi, Modì risponde: “Devo prima conoscere la tua anima.” Questa frase viene estratta dei dialoghi del film con Modigliani che dice una frase storica diventata famosa.

Il film, che è una co-produzione tra Stati Uniti, Francia, Germania, Italia, Regno Unito e Romania, è una versione romanzata dell’ultimo periodo della vita di Modigliani. Quasi interamente girato in Romania, si avvale delle scenografie degli italiani Marchione e Forletta.

Quasi unicamente incentrato sulla vicenda amorosa tra l’artista livornese Amedeo Modigliani e la compagna parigina Jeanne Hébuterne, la sua musa ispiratrice. La trama del film si svolge durante l’ultimo difficile anno di vita di Modigliani in un montaggio alternato tra realtà e flashback. L’essenza del film parla della sofferenza maledetta di questo pittore presuntuoso e geniale, di questo amante fedele e traditore, dell’amore struggente di Jeanne Hébuterne e i toni goliardici della sfida con il più borghese Picasso… l’alcool che attira e distrugge, il dubbio se essere maledetti sia una scelta vanitosa o un destino insito nella propria astrologia. Un estratto dei dialoghi del film con Modigliani che dice un’altra frase diventata famosa:

«Stasera ho attraversato un ponte. Ma non c’era nessun ponte! Avevo una borsa piena d’amore, ma nessuno con cui dividerla!

Il cast e l’intera interpretazione degli attori ha creato un’atmosfera vibrante, fatta di continue sensazioni che hanno toccato l’anima di ogni spettatore. Le parole, le musiche, le scene. Tutto ha contribuito a rendere magico il film; un film oscillante tra desiderio d’amore e passione per l’arte. Emblematica la personalità di Modigliani: ironica e risoluta allo stesso tempo. Difficile definire la parte più bella, poiché tutto il film ci ha tesi verso un mondo fantastico e tragico. La prova dell’attore Andy Garcia non mi ha emozionata particolarmente, ma è sufficiente, così come il resto del cast. Ho trovato alcuni scenari della città di Parigi poco verosimili e quindi in contrasto col resto dell’ambientazione, piuttosto curata in arredi e costumi. Infine, quando si conosce la storia vera della vita di Modigliani a Parigi, la storia scritta per il film, credo sia troppo romanzata per i puristi ammiratori del pittore livornese. 

Si sa che un film è pur sempre una rappresentazione della realtà e si sa che ogni rappresentazione è soggettiva, quindi il regista non ha fatto altro che “dipingere” il suo Modigliani. In qualità di modesto scrittore sulla storia del pittore, non sono un esperto di storia dell’arte, mi sono accorto dei molti errori presenti nel film. Ma quello che conta è che non si tratta di un film “storico”, ma di un film unico nel suo genere, con un finale da togliere il fiato. Da vedere per emozionarsi e non per imparare. 

Per il grande pubblico sarebbe una possibilità di conoscere un po’ l’artista che in Francia chiamavano: “Modigliani, le Maudit” per un gioco di parola con il suo soprannome a Parigi, Modì. L’altro evento con la sfida con Picasso che Modigliani ha conosciuto all’inizio del suo arrivo a Montmartre, non è che è stata cosi una relazione gelosa da parte sua. Sul piano storico vero, ho trovato totalmente assurda la continua diatriba tra Modigliani e Picasso: appare come costante nella vita del primo ma questa lotta non si è mai verificata con i toni usati nel film. Per Picasso, Modigliani era un vero talento ma che si perdeva nell’alcool ed era un vero peccato per lui. Dopo ognuno ha preso la sua strada senza veramente incontrarci nel campo della pittura e senza una vera rivalità che nella trama del film fa effetto marketing. Poi, però, se si vuol leggere il film al di fuori della veridicità storica si può affermare che è molto poetico ed evocativo, ma sottolineo per chi non conosce la storia di Modigliani.

Ma a parte questi difetti, è un film che tutto sommato mi è piaciuto perché mi attrae qualunque pellicola affronti la vita di un’artista, soprattutto uno come Modigliani e la sua vita tragica. Del resto, chi pretende che in due ore si possa narrare un’intera vita, è folle! Apprezziamo quindi questo film per quello che è e per le emozioni che ci regala. Dopo, si deve trovare in sé la volontà di leggere la vera vita di Amedeo Modigliani, andare a vedere le sue opere nei musei, visitare i luoghi dove ha vissuto a Parigi, tra Montmartre e Montparnasse e mangiare le specialità gastronomiche nelle Brasseries di Paris.

Novità 2021: alle Edizioni Il Foglio Letterario di Gordiano Lupi, potete leggere il nuovo libro di Patrice Avella, “Modigliani, l’amore e Paris” che racconta la vita dell’artista, le biografie delle otto donne amate da Amadeo a Parigi, visitare i quartieri de laVille Lumière” e mangiare nelle belle Brasseries parigine frequentati dall’artista nel 1900 i piatti tradizionali francesi. Una bella passeggiata letteraria e culturale a Paris da percorrere con calma e piacere per le emozioni che ci regalano.

Patrice Avella